Emilio D’Alessando, con Filippo Ulivieri, “Stanley Kubrick e me”, Ed. Il Saggiatore, Milano, 2012. Recensione di Andrea Giostra.
Il più grande geniale regista nevrotico ossessivo del '900, visto dagli occhi del suo amatissimo “tuttofare italiano”, Emilio D’Alessandro, che per trent’anni l’ha accompagnato nella vita domestica e nell’insuperabile carriera cinematografica.
È uno dei rarissimi strumenti che chi ama Stanley Kubrick possiede - leggendo questo racconto vero - per conoscere la sensibilità, l’immenso carisma, le salde e profonde matrici umane e culturali, la preveggente visione infinitamente prospettica della vita e dell’uomo, la capacità di cogliere l’essenza invisibile delle emozioni, insomma … per scoprire un pezzettino di anima del più grande dei registi del novecento, attraverso l'occhio attento e vigile di un italiano che ha donato la sua vita e tutto il suo tempo ad un insuperabile genio del Cinema mondiale.
Oltre a vedere i film, qualche volta, per chi ama davvero la settima arte, occorre leggere dei libri, dei saggi, degli scritti, delle biografie vere, non quelle inventate o scritte da pseudo-biografi non autorizzati che scrivono di fantasia più per la gloria egocentrica che per la sete di sapere. Occorre, insomma, andare al di là della visione straordinaria delle produzioni cinematografiche che possiamo ammirare e goderci al Cinema o a Casa con i nostri maxi-schermi super tecnologici. La cultura cinematografica dev'essere completata dalla buona letteratura del settore se veramente si vuole sempre più apprezzare quest'Arte straordinaria che è la più giovane delle Arti, ma certamente la più completa e la più incisiva, e capace di innescare un processo culturale di conoscenza e di cambiamento moderno dei concetti di Etica e di Cultura civica al passo coi tempi del XXI secolo.
ANDREA GIOSTRA
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