Ad Abano Terme il 10 giugno presso l’Alexander Palace Hotel dalle 15.30 verranno premiate le nuove voci eccellenti italiane nell’ambito della Poesia e della Narrativa breve con i riconoscimenti attribuiti dalla prestigiosa Giuria del XII Premio Letterario Internazionale “VOCI - Città di Abano Terme”. Tra queste le voci più alte di: Benvenuto Chiesa, Silvia Cozzi, Vanes Ferlini, Peppe Millanta, Anna Santarelli, Silvia Venuti e Bruno Zannoni.Fuori concorso: Premio al Merito alla scrittrice Caterina Guttadauro La Brasca e Premio alla Carriera al prof. Giovanni Cordinidell’Università di Pavia.
Ad organizzare la cerimonia di premiazione è il Circolo Culturale I. P. LA C.(Insieme Per LA Cultura) presieduto da Roberto Mestrone,che raccoglie oltre 300 Soci in tutta Italia tra poeti, scrittori e artisti; l’associazione è nota per organizzare a cadenza settimanale eventi culturali, presentazioni di libri e Concorsi letterari principalmente a Roma (Enoteca Letteraria), Trapani, Napoli, Massa Carrara, Padova e Grosseto, in rete con le più rappresentative associazioni culturali italiane, la Comunità di S. Egidio, l’Università di Padova, ecc.
Presentatore d’eccezione della cerimonia sarà Giuseppe Vultaggio, mentre a incantare il pubblico sarà il canto della soprano Graçiela Dorbessan.
· Dr. Guerrini bentrovato e grazie per l’ospitalità. Iniziamo da una domanda apparentemente scontata ma necessaria: Cos’è l’IPLAC? Sappiamo che esistono più categorie di organizzazioni collettive, le ONLUS, le APS ecc.
Il Circolo IPLAC (acronimo di Insieme Per LA Cultura) è un’associazione non a scopo di lucro con oltre 300 soci sparsi in tutto il territorio Nazionale ed alcuni residenti anche all’estero. Grazie per averci dato la possibilità di parlare della nostra associazione in un momento nel quale l’associazionismo sembrerebbe non avere più senso ed i social hanno occupato quasi tutto lo spazio destinato alla comunicazione. Proprio per questo credo che la funzione di associazioni come la nostra sia un valido collante per far stare insieme anche fisicamente le persone che amano le stesse cose come la poesia, l’arte, lo scrivere, il raccontarsi.
· Com’è nata e chi ne furono i fondatori?
L’IPLAC nacque nel 2005 da un’idea iniziale del compianto amico Nicola Rizzi che, insieme a una decina di amanti della poesia e dello scrivere conosciuti in occasione di premiazioni fondò l’associazione; sotto la guida del primo presidente Maurizio Meggiorini tennero a battesimo a Mestre il primo concorso letterario “Voci” al quale fecero seguito altre 6 edizioni. Presto ci rendemmo però conto che sia la formula associativa che quella gestionale non erano adeguate a un’associazione in costante crescita e quindi mi fu chiesto, sulla scorta dell’esperienza della mia lunga permanenza all’estero, di stendere uno statuto e creando un Consiglio Direttivo più aderenti allo scopo, alle necessità e allo sviluppo dell’IPLAC. Così, insieme a Deborah Coron, ci mettemmo al lavoro e venne alla luce l’attuale Circolo IPLAC, in cui Deborah, diventata la mia compagna di vita, svuole il ruolo vitale di segretaria e si occupa dell’organizzazione di eventi e della comunicazione.
· Citiamo anche il Presidente, assente per impegni legati al Voci.
Il ruolo di presidente dal 2012 è stato assunto da Roberto Mestrone: un poeta, un critico letterario, un gentiluomo che dedica con successo alla nostra associazione tutte le sue capacità ed energie.
· A suo parere, oggi l’Associazionismo ha un senso in una Società che è sempre più individualista?
Mai come ora c’è bisogno di relazioni vere, di condividere interessi e opinioni, di lavorare insieme a progetti che ci sollevino dal quotidiano permettendo di dare e ricevere valore. I social possono essere usati dalle associazioni per mantenere vive queste relazioni che altrimenti non supererebbero le distanze fisiche e temporali.
· Come si diventa socio della vostra Associazione?
Tutti possono iscriversi, persino i ragazzi! È sufficiente essere presentati da due soci e seguire le indicazioni che si trovano sul nostro sito. È prevista una quota di iscrizione da cui vengono esonerati i minori, i disabili, i soci Onorari e quanti donano opere d’arte in premio nei nostri concorsi.
· Avete un periodico che dà un’immagine di Voi?
Lo abbiamo avuto, ma raggiungeva per posta solo i soci iscritti. Attualmente abbiamo una nostra newsletter e siamo invece presenti sul web con un sito ricchissimo di contenuti: www.circoloiplac.com e con la pagina facebook che è diventata la piazza virtuale in cui soci e simpatizzanti possono comunicare.
· A giorni il grande Evento Letterario Internazionale IPLAC “VOCI – Città di Abano Terme”, il vostro Concorso più importante. Come mai non concorre la Narrativa?
Il 10 giugno ci sarà la premiazione dei finalisti che sono stati selezionati da una prestigiosa giuria che ha letto 1090 opere, di cui 154 racconti e 129 libri di poesia. Non abbiamo una sezione dedicata al romanzo perché ci mancano le risorse e la struttura per valutare adeguatamente nell’arco di soli due mesi alcune centinaia di libri.
· Oggi ci accorgiamo tutti che c’è una proliferazione di Concorsi ingente. A suo parere questo vuol dire che la Cultura gode di buona salute?
A mio parere il fatto che oggi in Italia esistano oltre 3500 concorsi letterari è dovuto a un equilibrio tra domanda e offerta in costante crescita; vanno di pari passo l’individualismo e la vanità di molti, che cercano riconoscimenti pubblici, a prescindere dall’effettivo talento.
· Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi più che raccogliere certezze. Lei condivide il pensiero di Norberto Bobbio?
Lo condivido se Bobbio si riferisce al ruolo di scrittori e poeti. Chi come me invece si occupa di organizzare eventi per valorizzare il talento dei seminatori, ha bisogno di realizzazioni concrete. Io ho un sogno più “modesto”: fare crescere l’IPLAC, creando sinergie con un numero sempre più grande di associazioni culturali, in modo da rendere la Cultura letteraria un veicolo globale di pace, senza barriere geografiche, di lingua e religione. Proprio per questo ad Abano il 10 giugno, insieme agli 80 finalisti premiati presenti, conferiremo ad Hafez Haidar l’incarico di rappresentare l’IPLAC come Ambasciatore nel mondo, sperando così di avvicinare il nostro modesto sapere a quello di tanti poeti e scrittori di altri Paesi. Hafez non ha bisogno di presentazioni: riferisco solo che è stato candidato ufficialmente all’ultimo Nobel per la pace.. –
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Adesso a rispondere alle nostre domande sarà la dr.ssa Maria Rizzi, Anima dell’IPLAC
· Dr.ssa Rizzi, sappiamo che l’Associazione nasce dalla sinergia e dalla volontà di più persone ma Lei è la figlia di Nicola Rizzi, figura inscindibile dall’IPLAC. Sente il peso di questa importante eredità?
La ringrazio per la domanda che mi consente di far riferimento a mio padre. Sinceramente non sento il peso, ma l’onore di essere figlia di un Uomo che in età non più giovane sognò di cambiare il mondo dei Premi Letterari creando un Concorso trasparente e una comunità di persone distribuita su tutta la penisola.
Papà partì da una sorta di utopia, il tempo e la volontà delle persone che mi circondano, hanno contribuito a dare al suo ideale connotati di realtà.
· L’IPLAC è molto attiva, settimanalmente effettuate presentazioni di opere letterarie in contesti che consentono di creare un clima di convivialità che privilegia anche il rapporto umano con gli autori. Avete notato sicuramente che c’è un sottobosco di pseudocultura che avanza. Da che cosa, a suo parere, è alimentato?
Esiste un vasto sottobosco di pseudo - cultura, in quanto, a mio modesto parere,
esistono fin troppi scrittori e organizzatori di eventi e di Premi Letterari, che si attivano soltanto a scopo di lucro o di esibizionismo. La Cultura è costituita dall’operatività, non dalla presunzione, dall’arroganza e dalla volontà di vantare il numero dei premi acquisiti. Quelli che in gergo chiamiamo ‘concorsisti’ sono ‘siepi’ importanti di questo sottobosco.
· Quali gli errori alla base di questo fenomeno e come evitarli?
· L’errore fondamentale è l’incapacità di prendere le misure di se stessi. Tutti si arrogano il diritto di saper scrivere in versi o in prosa e continuano nel loro intento trovando il supporto di ‘impresari’, che vendono la loro disponibilità ad aiutarli.
· I giovani vivono l’Associazionismo, perché in parole povere, un giovane dovrebbe diventare socio IPLAC?
· Altra domanda che trovo di grande interesse. Abbassare la fascia d’età e coinvolgere i giovani è stato da sempre uno degli scopi del nostro Circolo. Per coinvolgerli è necessario fidarsi e affidarsi a loro. Spesso sono forieri di iniziative rigeneranti, che ci aiutano a crescere e a porci riflessioni di grande interesse. Il giovane diviene volentieri socio della nostra associazione, perché sa che non verrà trattato come un novizio, ma si sentirà parte viva, pulsante, di ogni evento.
· I Circoli e le Associazioni offrono momenti di aggregazione generazionale, cioè di realtà, altrimenti molto distanti tra loro, trovano il modo di confrontarsi.
Cosa fate perché questo avvenga senza forzature, in maniera quasi naturale?
Cerchiamo di porci sempre tutti sullo stesso livello. Lavoriamo, ci confrontiamo, ci arricchiamo a vicenda e valorizziamo coloro che ci aiutano nei progetti didattici, nelle serate dedicate ai temi sociali, nell’organizzazione di Premi che ruotano come
satelliti intorno al “Voci” e spiccano per freschezza, genuinità e, naturalmente, serietà.
· Quali sono i vostri Eventi di punta? Avete in itinere nuovi progetti?
Gli eventi sono tutti importanti, anche perché viene attuata una selezione e si cercano di evitare i testi di poco valore contenutistico o scritti in modo discutibile, ma vengono ritenuti ‘di punta’ gli eventi dedicati agli Autori scomparsi, quelli che affrontano tematiche di carattere sociale, come l’autismo, le malattie genetiche,
la pseudo giustizia. Abbiamo in itinere le presentazioni di una plaquette dedicata
a Mario Puccica, padre del nostro ospite all’Enoteca Letteraria di Roma, Antonio Puccica e la serata di Francesca Scopelliti, moglie di Enzo Tortora, con le lettere dal carcere del marito.
Ringrazio per quest’opportunità e ritengo giusto concludere asserendo che il nostro è un mestiere di operatori culturali. Supporre di assurgere ad altri ruoli vanificherebbe il significato della nostra passione.
Fattitaliani Vi ringrazia e augurandovi il raggiungimento dei vostri obiettivi, ci salutiamo citando una riflessione che le vostre parole suggeriscono: la Cultura crea le Culture e ci definisce come esseri umani.