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Giornata senza tabacco: 100mila morti all'anno in Italia. intervista a Marianna Masiero

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Ricorre oggi la Giornata mondiale senza tabacco: indetta per la prima volta nel 1988 dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità, è un’occasione per riflettere sugli effetti del fumo di sigaretta. Promossa per incoraggiare le persone ad astenersi per almeno 24 ore dal consumo di tabacco, invita i fumatori a smettere in via definitiva. Il tema della giornata di quest’anno è “Tabacco, una minaccia per lo sviluppo”. Nel mondo sono circa un miliardo i fumatori. In Italia sono quasi 100mila i morti ogni anno per problemi legati al tabagismo. Giorgio Saracino ne ha parlato con Marianna Masiero, ricercatrice del dipartimento di Oncologia ed Ematologia dell’Università di Milano: 

R. – Gli impatti del fumo sulla salute dell’uomo sono molteplici da più punti di vista. È molto importante, chiaramente, il danno a livello respiratorio; sono importanti anche i danni a livello cardiovascolare. Per quanto riguarda la salute dell’uomo il fumo va a impattare su più dimensioni, tra cui danni cardiovascolari e respiratori importanti. Inoltre è correlato con diverse forme di tumore, non solo quello al polmone che è quello più tristemente noto, ma anche, ad esempio, con altre forme tumorali.

D. - Come si fa a smettere di fumare? Molti dicono di volerlo fare, ma solo pochi ci riescono…

R. - Molto spesso una grossa problematica dell’interruzione del fumo è collegata ad un discorso motivazionale: capire bene qual è la strategia giusta che ci aiuta a smettere. Oggi ci sono diversi tipi di trattamento che possono aiutarci in questo senso: dalle terapie sostitutive della nicotina che sono un valido supporto a altri trattamenti di tipo farmacologico.

D. - Ma un fumatore, quindi, che probabilità ha di smettere?

R. - Un fumatore motivato ha buone possibilità di smettere di fumare. L’importante è avere anche una motivazione molto salda.

D. - Quanti e quali possono essere i danni provocati dal fumo passivo?

R. - Il fumo passivo per la salute è molto negativo. Pensiamo al fumo passivo sui bambini: ha un impatto sulla salute dell’uomo che è altrettanto negativo quanto quello attivo, se non peggiore per certi versi.

D. – Le nuove immagini sui pacchetti di sigarette sono riuscite nell’intento di sensibilizzare ulteriormente i fumatori o questo non ha modificato le abitudini dei tabagisti?

R. - Sicuramente le comunicazioni molto forti dal punto di vista delle immagini possono aver un effetto: può risultare efficace in alcuni casi, ma una comunicazione di impatto non è universalmente efficace. Bisogna muovere sempre gli aspetti postivi perché questa è una valvola che sorregge bene il cambiamento.

D. - Il tema della Giornata mondiale senza tabacco di quest’anno è “Tabacco, una minaccia per lo sviluppo”, in che senso è una minaccia?

R. - Il fumo è un comportamento che si acquisisce nella transizione tra la fanciullezza e l’adolescenza. Rappresenta un rischio importante perché si stabilizza nella giovane età adulta, quindi tra i 25 e i 30 anni: si passa dal fumo occasionale, che può caratterizzare l’adolescente, ad un fumo più cronico, abitudinario, che ci contraddistingue anche in termini di stili di vita. Giorgio Saracino, Radio Vaticana, Radiogiornale del 31 maggio 2017.

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