TORINO - Il nome di Gaetano Scardocchia impresso nel logo e nel bronzo di un ambìto Premio internazionale di Giornalismo riservato alla Stampa italiana all’estero, giunto alla terza edizione.
E’ davvero una bella sensazione per gli amanti del giornalismo qualificato, radicato nei valori morali dell’uomo, ricco di cultura e di fantasia ma sempre ancorato alle regole del mestiere. Dopo Madrid e Berlino, due capitali che hanno ospitato rispettivamente la prima e la seconda edizione nel 2009 e 2011, sarà Ostana, uno dei Borghi più belli d’Italia, in provincia di Cuneo e alle pendici del Monviso, ad ospitare il Premio, il 20 e 21 maggio 2017, un appuntamento di grande rilievo culturale con due suggestive giornate di eventi, vissute nel ricordo di Gaetano Scardocchia, un “Molisano per le vie del mondo”.Il Premio internazionale di giornalismo “Gaetano Scardocchia”, che da quest’anno vanta l’alto riconoscimento della Medaglia del Presidente della Repubblica, ha il patrocinio del Senato, della Camera dei Deputati, della Regione Piemonte e del Comune di Ostana. Vincitore dell’edizione 2017 del Premio, per unanime decisione della Giuria - composta dai giornalisti prof. Giuseppe Di Claudio (presidente), dr. Cecilia Cotti e dr. Stefano Sabatino - è Goffredo Palmerini, selezionato tra i giornalisti che comunicano l’Italia nel mondo attraverso la stampa italiana all’estero. Unitamente alla cerimonia di consegna dell’artistica Targa bronzea al vincitore del Premio, si svolgerà l’interessante convegno “Ostana per l’Anno Internazionale del Turismo Sostenibile per lo Sviluppo”, una riflessione a più voci sul tema indetto dall’ONU per il 2017, del quale saranno relatori Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana, Tobias Luthe, docente di Scienze della Sostenibilità all’Università di Coira (Svizzera), Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore, Giuseppe Di Claudio, presidente del Centro Studi Terra Molisana. Il prof. Luthe è un appassionato estimatore di Ostana e del borgo sta curando un qualificato progetto di restauro che ha nella sostenibilità il suo cardine.
Proprio per il tema del convegno, appropriata è la scelta del luogo, tra i Borghi più belli d’Italia. Ostana è un piccolo, incantevole comune di borghi sparsi con le tipiche architetture in pietra, in posizione panoramica sul versante soleggiato della Valle del Po, con splendida vista sul gruppo del Monviso. Nella parte più bassa il fiume, appena nato, lambisce il suo territorio. Il modo più semplice per conoscere questo angolo alpino di Occitania è fare il giro delle borgate, seguendo il tracciato dei tratturi utilizzati dal bestiame per raggiungere i pascoli alti e per il ritorno serale. Il panorama, salendo di quota, si fa sempre più spettacolare: tutta la catena alpina con il Monviso, il Rosa, il Cervino, si dispiega davanti agli occhi, tra i cangianti colori della natura.
Inviato e corrispondente dall’estero di grandi quotidiani, come il Giorno, Corriere della Sera, la Repubblica e appunto La Stampa, di cui fu direttore dal 1986 al 1990, Gaetano Scardocchia sarà il protagonista ideale d’un evento che si svolgerà nel Centro Culturale “Lou Pourtoun” di Ostana, storica culla di manifestazioni di grande rilievo culturale. Oltre a rappresentanti delle Istituzioni italiane e a giornalisti della stampa italiana all’estero, interverranno il sindaco di Ostana, Giacomo Lombardo, e Giuseppe Di Claudio, ideatore del Premio, che con il Centro Studi Terra Molisana sostiene con entusiasmo e costanza l’iniziativa dedicata ad un giornalista di classe e di raro talento. Gaetano Scardocchia (Campobasso, 1937 – New York, 1993), partito infatti dal piccolo Molise, riuscì a conquistare le vette della stampa internazionale, meritandosi stima, riconoscimenti ed elogi. Tra i tanti, quello dell’Avvocato Gianni Agnelli che di lui disse: “Da ex direttore de La Stampa girava l’America con l’umiltà di un reporter, il migliore”.
Vittorio Zucconi così da New York scrisse su Repubblica, all’indomani della morte di Scardocchia: “[...] Gaetano non è dovuto morire per scoprire che era, come ho detto, il migliore di noi. Scardocchia aveva cominciato il mestiere trent'anni or sono, come giornalista d'agenzia. Era poi stato corrispondente estero in Austria e in Germania, per il Giorno [...]. Non c'era stato grande giornale italiano, dopo il Giorno, che non lo avesse voluto contare tra le sue firme: il Corriere, come capo della sua redazione politica a Roma poi come corrispondente a Pechino; Repubblica, che lo aveva avuto come corrispondente da New York. La Stampa ne aveva fatto addirittura il suo direttore, nel 1986 e, alla fine del suo mandato, gli aveva chiesto di essere il suo osservatore di politica estera e di società americana nella sede di maggior prestigio, New York. Non c'era nulla che questo molisano straordinario non sapesse fare benissimo. Non c'è nulla che non abbia fatto benissimo, e sempre con il patema d'animo di non riuscire ad essere all'altezza della misura che lui stesso si imponeva. In quest'epoca di giornalismo vanaglorioso e cialtrone, di schiaffi e di parolacce in televisione, Gaetano Scardocchia era l'eccezione. Era la testimonianza che si può essere grandi, importanti, rispettati anche senza distribuire spazzatura, anche senza avere amici politici, santi protettori, sponsor che tirano la volata. Per questo, ieri pomeriggio su un marciapiede di Manhattan non si è afflosciato soltanto un uomo, che già sarebbe una perdita terribile come per ogni uomo che muore, ma una persona onesta. Un giornalista onesto. Uno di quelli che ti rendono orgoglioso, per una volta, di essere insieme a un italiano e a un giornalista.”
Sono passati 31 anni dall’investitura di Gaetano Scardocchia al timone del grande quotidiano torinese. Sull’edizione dell’11 febbraio del 1986, primo giorno da direttore de La Stampa, Scardocchia si rivolgeva ai lettori senza fare proclami, con la semplicità, il rigore e l’autorevolezza che ne scolpivano i tratti di giornalista di razza. Italiano nel mondo, Scardocchia è stato giornalista con lo sguardo aperto sulla vita reale, pronto a trasferire sensazioni e fatti sul suo taccuino da tutte le latitudini, ma sempre pronto a tornare alle radici del suo Molise. Proprio a simboleggiare l’innato desiderio di scoprire se stesso e gli altri attraverso la ricerca del mondo e delle origini.
Goffredo Palmerini, vincitore del Premio “Gaetano Scardocchia” 2017, è nato a L’Aquila nel 1948. Per quasi trent’anni è stato amministratore della Città capoluogo d’Abruzzo, più volte assessore e vice sindaco. Lasciata la politica attiva nel 2007, ha iniziato un’intensa attività giornalistica. Scrive infatti su giornali e riviste abruzzesi, agenzie internazionali e sulla stampa italiana all’estero. Suoi articoli sono ospitati su molte testate in Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Messico, Perù, Repubblica Dominicana, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Sud Africa, Uruguay e Venezuela.
Vincitore del XXXI Premio Internazionale Emigrazione, sezione Giornalismo, ha pubblicato i volumi Oltre confine (2007), Abruzzo Gran Riserva (2008) L’Aquila nel mondo (2010), L’altra Italia (2012), L’Italia dei sogni (2014), Le radici e le ali (2016), L’Italia nel cuore (2017) ora in corso di pubblicazione. Nel 2008 gli è stato tributato il Premio internazionale Guerriero di Capestrano per il contributo reso alla diffusione della cultura abruzzese nel mondo. Nel 2014 gli sono stati conferiti il Premio Roccamorice per la promozione e diffusione della Cultura e, a Lecce, il Premio Speciale Nelson Mandela per i Diritti Umani.
Membro dell’Istituto Abruzzese di Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea, è presidente regionale per l’Abruzzo dell’Associazione Nazionale Famiglie Emigrati (ANFE) e vicepresidente dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila. Da molti anni svolge un’intensa attività con le comunità italiane all’estero. Studioso di emigrazione, è componente del Comitato scientifico internazionale del Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo (ed. SER e Fondazione Migrantes, 2014) per la quale opera è anche uno degli autori. Nominato Ambasciatore d’Abruzzo nel mondo, è presidente dell’Osservatorio Regionale dell’Emigrazione della Regione Abruzzo. I libri di Goffredo Palmerini, ha scritto Lucia Patrizio Gunning (London College), “...ci aiutano a costruire e mantenere un filo tra coloro che sono partiti e coloro che restano. Aprono simbolicamente una porta che invita gli uni a capire e gli altri a conoscere.”
a cura di Giuseppe di Claudio