"Quando un saggio indica la luna, lo stupido gli guarda il dito".
Nonostante le elezioni in Francia ci riguardino molto, perché potrebbero voler dire la fine - o se preferite, il definitivo aborto - dell'Europa, sulle nostre reti radiotelevisive si parla soprattutto della differenza di età fra Macron e sua moglie. Si organizzano appositi talk show, e non c'è TG che non se ne occupi: stamattina uno dei più grossi ha lanciato addirittura una specie di consultazione popolare sull'argomento.
Sono sicuro che avranno votato in centinaia di migliaia, forse milioni. Un bel dito puntato verso la luna attrae gli imbecilli come il miele le mosche.
Una prova in più del mortale abbraccio in cui la massa e i media si avvitano e affondano insieme. L'una che tradisce sé stessa e si degrada dando ai polli-audience il pastone che più loro piace, e i polli-audience, sempre più numerosi e abbrutiti, a chiederne ancora di più.
Come stupirsi poi se la comunicazione dei politici si è ridotta al punto di esprimersi per slogan bugiardi, ma a effetto, sulla scia degli intramontabili “denti bianchi e alito fresco tutto il giorno” che funzionano, ingannando, da quasi cinquemila anni? O a difendersi con i soliti “la colpa è di chi mi ha preceduto” e “come fai tu a criticarmi se hai fatto cose anche peggiori”, e a usare tecniche da combattimento verbale in cui segna più punti chi offende maggiormente?
Loro hanno semplicemente capito che una cosa (difficile) è rivolgersi ai cervelli umani, e un'altra (molto più facile) parlare alle pance dei polli. E se i polli diventano più numerosi degli umani, dal momento che uno vale uno e l’obiettivo è quello di raccogliere quanti più voti possibile, perché dovrebbero affannarsi a convincere le teste?
Sarebbe da stupidi, e loro, accidenti, non lo sono affatto.
Gli idioti siamo noi. O meglio, gran parte di noi.
Diceva Blaise Pascal "Se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, sarebbe cambiata l'intera faccia della terra".
Ossia, se Cleopatra fosse stata meno seducente, né Cesare prima, né Antonio poi, avrebbero fatto quello che fecero, e la storia del mondo sarebbe stata diversa.
Chissà se il corso della storia sarà cambiato stavolta dalla differenza d'età fra madame e messieur Macron.
Carlo Barbieri
Carlo Barbieri è uno scrittore nato a Palermo. Ha vissuto a Palermo, Catania, Teheran, il Cairo e adesso fa la spola fra Roma e la Sicilia. Un “Siciliano d’alto mare” secondo la definizione di Nisticò che piace a Camilleri, ma “con una lunga gomena che lo ha sempre tenuto legato alla sua terra”, come precisa lo stesso Barbieri. Scrive su Fattitaliani, Ultima Voce e Malgrado Tutto, testata a cui hanno collaborato Sciascia, Bufalino e Camilleri. Ha scritto fra l’altro “Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non”; "Uno sì e Uno no" (D. Flaccovio Editore); i gialli “La pietra al collo” (Todaro Editore, ripubblicato da IlSole24Ore) e “Il morto con la zebiba” (Todaro Editore, candidato al premio Scerbanenco 2015); "Il marchio sulle labbra" (premiato al Giallo Garda) e "Assassinio alla Targa Florio, ambedue con D. Flaccovio Editore. Suoi scritti sono stati premiati al Premio Internazionale Città di Cattolica, al Premio di letteratura umoristica Umberto Domina, al Premio Città di Sassari e al Premio Città di Torino. I suoi libri sono reperibili anche online, in cartaceo ed ebook, su LaFeltrinelli.it e altri store.