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GIUBILEO 2025: Eugenio Tibaldi è l’artista invitato dal curatore Marcello Smarrelli a realizzare un’opera d’arte site-specific e permanente nella Casa Circondariale Femminile di Rebibbia a Roma

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Eugenio Tibaldi, Marcello Smarrelli_Ritratti_Foto di Lorenzo Morandi

In occasione del GIUBILEO 2025, la Fondazione Severino e la Fondazione Pastificio Cerere, che negli ultimi anni hanno collaborato a varie iniziative per portare l’arte contemporanea nelle carceri, presentano un progetto site-specific e permanente per la Casa Circondariale Femminile di Rebibbia “Germana Stefanini”, il più grande carcere femminile d’Europa.

Il progetto viene realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaoloil patrocinio del Dicastero per la Cultura e l'Educazione della Santa Sede e del Ministero della Giustizia.

Marcello Smarrelli ha invitato Eugenio Tibaldi a immaginare il percorso che porterà alla realizzazione dell’opera d’arte, motivando la scelta dell’artista con queste parole: "Attratto dalle dinamiche e dalle estetiche che germogliano nelle aree di confine, come testimoniano i tanti progetti realizzati in diverse parti del mondo, Eugenio Tibaldi si cala con impegno e sensibilità nei contesti a lui affidati, progettando opere capaci di interpretare profondamente la realtà, immaginando alternative future partendo da ciò che la società considera come difetti o anomalie. Per queste caratteristiche, la sua ricerca è sembrata congeniale alla realizzazione di un’opera d’arte in grado di cambiare, fosse anche per un solo istante, la prospettiva e lo sguardo delle detenute di Rebibbia".

Un processo complesso che necessita di un lungo periodo di preparazione, iniziato già a settembre 2024 con le prime visite dell'artista nel carcere, l’attivazione degli incontri preparatori con gli operatori e la costruzione concettuale del progetto, che sta proseguendo in questi mesi con i laboratori dedicati alle detenute, finalizzati alla condivisione di esperienze in cui il linguaggio universale del disegno diventa uno strumento prezioso nella rappresentazione grafica delle emozioni, in grado di annullare le distanze di linguaggio e sociali, uno strumento funzionale all’espressione dei propri sentimenti.

Dai desideri e dai bisogni delle persone che vivono nel carcere, Tibaldi trarrà ispirazione per la creazione di un’opera d’arte site-specific e permanente che diventerà patrimonio dell’ente carcerario, costituendo il punto di arrivo di questo lungo e articolato percorso.

Come sottolinea Paola Severino, Presidente Fondazione Severino: “L’arte genera trasformazione e attraverso questo progetto le donne detenute di Rebibbia avranno l’opportunità di prendere parte alla realizzazione di un’opera d’arte che rafforzerà la loro autostima, stimolandone la creatività e aiutandole a far emergere un loro talento inespresso.  Vogliamo che l’opera immaginata da Eugenio Tibaldi con la Fondazione Severino, la Fondazione Pastificio Cerere e Intesa Sanpaolo, evochi una speranza di rinascita, contribuisca al riscatto e alla libertà interiore, tutti elementi che dovrebbero accompagnare il percorso che fa in carcere ogni individuo sottoposto a detenzione e che si sposano indissolubilmente con i valori che caratterizzano il Giubileo del 2025”

L’inaugurazione dell’opera è programma per dicembre 2025 nell’ambito del Giubileo dei Detenuti.

Eugenio Tibaldi, note biografiche

Nato ad Alba 1977, vive e lavora a Torino, è attratto dai confini sia geografici che sociologici. Una parte consistente della sua ricerca è dedicata a progetti incentrati su territori liminari e persone che vivono ai margini della società. Agendo in questo spazio incerto e sdrucciolevole, Tibaldi attiva una dinamica processuale che, applicata alla ricerca artistica, permette l'emersione di estetiche alternative. La sua capacità di lettura dei contesti sociali e la sensibilità con cui condivide il lavoro artistico con le comunità di riferimento, permettono alle sue opere di generare un nuovo senso di identità e coesione all’interno dei contesti in cui agisce.

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Marcello Smarrelli, note biografiche

Storico dell'arte e curatore, direttore artistico della Fondazione Pastificio Cerere e di altre importanti istituzioni, nella sua lunga carriera si è dedicato allo studio dei rapporti tra estetica e pedagogia, perfezionando nel tempo una pratica curatoriale dove, parallelamente alla realizzazione di mostre e progetti d’arte pubblica e partecipata, l’arte contemporanea diventa strumento metodologico di indagine e formazione.


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