A meno di 23 anni diede la vita per salvare 22 persone innocenti condannate a morte in rappresaglia ad un attentato contro i militari nazisti. Morì al grido: “Viva l’Italia” è la storia del Servo di Dio Salvo d’Acquisto a cui è dedicata una serata speciale questa sera alle 21 nella chiesa romana di Santa Maria della Vittoria.
L’evento si inserisce all’interno della consueta rassegna quaresimale “Ritratti di Santi”. A leggere la biografia del giovane carabiniere, scritta dal padre carmelitano Andrea Sicari, sarà l’attore Vincenzo Bocciarelli. Paolo Ondarza gli ha chiesto come si prepara a vivere questo momento:R. – Con uno spirito carico di emozione, perché è una figura veramente, veramente eccezionale. Il giovane Salvo D’Aquisto morì a soli 23 anni per donare la propria vita, la propria esistenza difendendo, salvando 22 persone, 22 civili, in un momento di grande tensione tra le forze allora coinvolte nella Seconda Guerra Mondiale. Mi sembra che sia già una decina d’anni che ho il privilegio di dare voce alla vita di questi Santi così importanti, così necessari nella nostra contemporaneità, proprio per dare l’esempio, per ricordarci quanto sia importante vivere donandoci incondizionamente.
D. – Questo è un eroe della fede, ma anche un eroe della Patria; ancora attuale per i nostri tempi?
R. – Sì. Sia per i giovani, ma anche per tutti coloro che si trovano coinvolti anche in questi giorni – lo stiamo vedendo nella nostra città, a Roma – per difenderci, per proteggerci da possibili attacchi, da questo terrore che ormai cresce sempre di più dentro e fuori di noi. E’ l’esempio di un carabiniere che già durante la sua infanzia aveva dimostrato l’altruismo, la vicinanza al più debole, già nei primi anni di scuola ci sono momenti della sua vita raccontati, durante la lettura di questa sera, dai quali si evince la sua vicinanza ai più deboli, la sua grande fede. Per esempio c’è un aneddoto: da piccolo, stava raccogliendo dei papaveri e la nonna gli disse: “Ma no, ma quelli non sono belli, sono brutti, non li raccogliere!”. E Salvo D’Acquisto rispose: “No, nonna, sono belli perché tutto ciò che crea Nostro Signore è bello”.
D. – Lei diceva che ormai da una decina di anni partecipa a questa rassegna quaresimale "Ritratti di Santi". Come vive questo impegno?
R. – La prima sensazione che ho è quella di sentirmi sempre molto piccolo, non all’altezza nell’affrontare questi grandi personaggi. Poi, capisco che non si tratta solo di “eseguire” una lettura, ma di interpretarla, di viverla e coinvolgere il pubblico. E il pubblico devo dire, ogni anno è sempre più numeroso, e partecipa a questa sorta di meditazione collettiva. E’ veramente un’infinita carezza all’anima, e ne abbiamo estremamente bisogno, soprattutto in questo momento in cui ci si sente avvolti dalla meschinità, dall’odio, dal vivere l’amore con il freno a mano tirato. Salvo D’Acquisto è un esempio d’amore, perché per quelle 22 persone lui ha dato la sua vita imitando le gesta di Nostro Signore. Quindi per me è gratificante, è arricchente; come interprete è un grande privilegio poter dar voce a queste parole. Mi rendo conto che ogni anno questa partecipazione a Ritratti di Santi costituisce un nuovo tassello di crescita spirituale, che poi cerco di condividere non solo con i miei colleghi, ma con il pubblico … Paolo Ondarza, Radio Vaticana, Radiogiornale del 27 marzo 2017.