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Prova costume, un italiano su 2 vittima della “bikini blues”. Le 10 regole per superarla

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Le belle giornate e le temperature sopra la media fanno già immaginare i primi week end al mare o in campagna, dove metteremo da parte i pesanti ambiti invernali.
E proprio l’idea di iniziare a scoprirsi provoca in un italiano su 2 (51%), sentimenti contrastanti come euforia (27%) ma al tempo stesso ansia (34%) e insoddisfazione per la propria forma fisica (38%). In altre parole sono vittime di quella che gli esperti hanno definito “bikini blues” e proprio uno studio scientifico australiano condotto dalla dott.ssa Marika Tiggemann, psicologa presso la Flinders University, ha evidenziato gli effetti negativi che lo scoprirsi genera sull’autostima delle persone e delle donne in particolare.
E’ quanto emerge da uno studio di In a Bottle (www.inabottle.it) condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 1.300 italiani – donne e uomini tra i 20 e i 55 anni – attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community, per capire come si preparano in vista della bella stagione

Ma quanto si sentono fisicamente pronti gli italiani? Il 34% delle donne si nota con qualche chilo in più, mentre il 39% degli uomini si vede in sovrappeso e appena il 12% dichiara si sentirsi pronto a scoprirsi. Più in generale, l’idea di dover togliere gli abiti pesanti invernali e mostrare il proprio corpo provoca, nel 51% dei soggetti monitorati, emozioni contrastanti: all’euforia (27%) dell’arrivo della bella stagione fanno da sfondo l’ansia (34%) e l’insoddisfazione verso il proprio fisico (38%).

Perché sono “in ritardo”? Un italiano su 4 (25%) è rimasto quasi sorpreso dall’arrivo della bella stagione, memore dell’anno scorso quando sole e tepore tardavano ad arrivare (19%). Il 33% ammette di aver seguito uno stile di vita sedentario durante l’inverno e il 23% - soprattutto donne – pensa di aver prestato poca attenzione ad un’alimentazione sana, di aver mangiato meno frutta e verdura di quanto si dovrebbe (18%).

Cosa genera a livello emotivo il fatto di sentirsi in ritardo? Soprattutto tra le donne, la non perfetta forma fisica porta a essere quasiintrattabili (24%), andare in apprensione (23%) e farsi prendere nello sconforto (18%). Gli uomini invece sono coloro che si scoprono più forti e ammettono di non piangersi addosso (13%) e di non farne un dramma (10%).

Tutti questi effetti hanno un nome scientifico che gli esperti hanno individuato nella “bikini blues”, come ha spiegato in uno studio la dott.ssa Marika Tiggemann, psicologa presso la Flinders University, su un campione di 102 giovani donne. Esiste cioè un meccanismo psicologico che spinge le donne e vivere con ansia, frustrazione, anche depressione il momento dello scoprirsi e addirittura della scelta del costume da bagno. In pratica il cervello si “sdoppia” separando la mente razionale dal corpo, dal quale prendono letteralmente le distanze per valutarlo come un oggetto distinto da loro, e quindi bersaglio di critiche ingenerose e spesso molto negative anche per l’effetto sull’autostima. Si chiama processo di auto-oggettivazione ed ha una varietà di conseguenze negative come l’essere sempre preoccupati di come ci si vede e il vergognarsi del proprio corpo. Secondo la psicologa tutto questo è legato ai disturbi alimentari.

Ma gli italiani quanta attenzione prestano all’alimentazione? Il 28% cerca di non consumare alcool e alimenti ipercalorici,mentre il 47% dichiara di voler imporsi una dieta ferrea. E non mancano anche coloro che aumenteranno il consumo di “acqua, frutta e verdura per beneficiare degli effetti depurativi”. Sicuramente a spingere su questa strada, più che l’attenzione allo stile alimentare sano, ci sono a sorpresa la voglia di ricevere complimenti (31%), il desiderio di essere piacente (36%) ed essere più consapevoli della propria forza di volontà (18%).

Afferma il dott. Luca Piretta, Specialista in Scienza della Nutrizione Umana al Dipartimento di Scienze Cliniche dell'Università "La Sapienza" di Roma: “Esistono molti errori grossolani. Occorre unire un’educazione alimentare sulla base della dieta mediterranea al tempo, che deve diventare nostro alleato e non un nemico. Bisogna avere tempo per la prova costume enon si dovrebbero perdere più di 3 o 4 kg al mese per dimagrire in salute, perdendo solo massa grassa e rispettando la massa magra. L’idratazione poi è un punto molto importante in ogni regime alimentare. Spesso si tende a credere che l’importante sia perdere peso non importa come. Perdere liquidi non vuol dire dimagrire ma disidratarsi, ed è una condizione che dobbiamo sempre prevenire ed evitare”

E dal punto di vista psicologico come si contrasta la bikini blues? Secondo la dott.ssa Tiggemann “è bene cercare di focalizzare l’attenzione non sull’aspetto del nostro corpo, quanto sulla funzione, ad esempio immaginandoci in attività piacevolimentre si sta bene e ci si diverte. E infine, cercare di non prendersi troppo sul serio”.

Il decalogo per vincere la Bikini Blues

1 – A tavola vale la regola del 5: colazione, pranzo, cena più 2 spunti a metà mattina e metà pomeriggio
2 - In ogni pasto principale spazio a una buona porzione di verdura
3 – Per gli puntini scegliere frutta fresca e di stagione
4 – Bere almeno 1,5- 2 litri di acqua al giorno: la quantità varia a seconda della persona e delle condizioni ambientali. Nel dubbio un bicchiere d’acqua in più non fa mai male.
5 – Siate sensibili a legumi: almeno 2 a volte a settimana in uno dei pasti principali consumate zuppe accompagnate con contorni di verdura
6 – I dolci vanno limitati e consumati a fine pasto o a colazione, e più in generale non in aggiunta di altri alimenti
7 – Non fatevi prendere dalla voglia di strafare: sottoponetevi a un’attività fisica semplice e graduale ed evitate gli sforzi sovraumani
8 – Non scoraggiatevi se non vedete immediatamente i risultati: il pessimo umore condiziona la forza di volontà
9 – Ricordate che il primo passo è piacere a se stessi più che agli altri
10 – Siate ironici e non prendetevi troppo sul serio: ammettere i propri difetti è un punto di forza e non di debolezza

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