Grande Conchiglia di Daniela Dal Cin
Dopo quattordici anni dal suo debutto (2002), i Marcido ripresentano la
fortunatissima messa in scena di “Bersaglio su Molly Bloom”, dall’ultimo capitolo dell’Ulisse di Joyce: quella Molly che con il suo fluviale e labirintico monologo chiude questo capolavoro indiscusso di tutto il Novecento.
Con le parole di Joyce, Isidori ha creato una vera e propria partitura, in cui il
vivacissimo girotondo dei pensieri di Molly diviene il pretesto per uno strepitoso
concerto teatrale di otto voci d’attore, in tutte le possibili combinazioni, dal terzetto al duetto, al tutti, fino all’intensissimo assolo conclusivo affidato a Maria Luisa Abate.
Lo spettacolo (premio Ubu 2003 per la scenografia) sarà nuovamente allestito sul palcoscenico del Vascello, il quale accoglierà l’istallazione deputata ad ospitare la torrenziale performance: quella Grande Conchiglia della Dal Cin, architettura sbalorditiva, di grande impatto visivo, composta da una serie di archi luminosi che inglobano gli attori, imbrigliati/impigliati ciascuno nella sua propria nicchia, e lì bloccati come santini in una teca votiva.
Questa poderosa macchina da concerto restituisce al pubblico l’immagine
bidimensionale di una grande pala d’altare che però, corredata com’è da una fitta serie di luci che ne sottolineano il disegno, sconfina nel baraccone da fiera, e non può che essere vista come una sorta di visualizzazione del cervello di Molly Bloom, un cervello vivo e pulsante in cui personaggi, ricordi, emozioni trovano incarnazione nelle voci degli interpreti incastonati nella sorprendente installazione.
Le suggestioni della scrittura, i suoi più svariati umori e le più riposte dinamiche
psicologiche dispiegate dall’autore nel corso della narrazione, saranno rese
teatralmente fauste da un approccio barbaro alle difficoltà di un esperimento
spettacolare, che dovrà misurarsi continuamente con i funambolismi della trama poetico/linguistica espressa da Joyce.
Le voci recitanti guidate dallo stesso regista, in scena appunto nelle vesti di
direttore d’orchestra, sono: Paolo Oricco, Valentina Battistone, Stefano Re,
Virginia Mossi, Daniel Nevoso, Francesca Rolli e Margaux Cerutti, insieme alla
straordinaria Maria Luisa Abate, interprete principale, capo e capitano delle Molly, la quale terrà le fila della poliedricità narrante della nostra eroina.
Non è nostra la scoperta che l'ultimo capitolo dell'"Ulisse", lo sconfinato monologo di Molly Bloom, in altro modo non dev'essere pensato, e di conseguenza trattato, che come una voluttuosa partitura per la voce (recitante o già "cantante"?). Nostra sarà la responsabilità scenica di rivoltarne il consueto canone psicologizzante, finora prassi regolare delle interpretazioni di questo testo, per arrivare ad un sensazionale concerto prismatico (otto saranno le voci "recitanti", dirette letteralmente dal regista, in scena appunto nelle vesti di direttore) dove le indicazioni e le superimplicazioni semantiche e propriamente musicali della lingua joyciana saranno portate a lievitare fino a un diabolico (si rammenta con Genet, che "l'esercizio teatrale è diabolico") parossismo fonico, eguagliatore in potenza evocativa di quella scrittura poetica (chiarisco che per i Marcido il parossismo fonico strutturato è la sede ottimale della drammaticità).
Come di consueto, il segreto interpretativo dell'operazione sta nel titolo. I titoli per noi Marcido rappresentano sempre un indicatore sensibilissimo della direzione drammaturgica che intendiamo imporre all'atto scenico; e stavolta la parola "bersaglio" rivela in maniera scoperta la linea profonda, oserei dire fondante, della nostra versione/traduzione drammatica, in un processo di affondamento nel magma joyciano al termine del quale la vittoria del teatro si espliciti con la limpidezza supplementare del testo riportato. I bersagli esistono per essere colpiti; i bersagli esistono affinché la freccia abbia scritta una via sola di percorrimento per colpirne il cuore, e il dardo, in questo nostro caso, è la volontà artistica d'incidere, con il calore performantico della viva scena, ogni piega del tessuto poetico, fino alla realtà indiscutibile di un'adesione perfetta (il termine esatto è erotica) tra Teatro e Scrittura. La "comunicazione", nel teatro (ed altrove) non ci riguarda. Siamo interessati, invece, a promuovere la commozione; quella possibilità quasi sciamanica dell'Arte in questione di catturare, attraverso il "sacrificio" dell'attore, il cuore profondo del pubblico per poi usarne i palpiti stessi, affinché la rappresentazione diventi, qualunque sia stata l'occasione drammaturgica generativa, soltanto la certificazione spietata della comune nostra umana, santa riluttanza alle imposizioni (imposture?) utilitaristiche della realtà naturale; perché è proprio dell'esistenza di questa centrale frattura tragica che lo spettacolo deve, almeno secondo noi, saper testimoniare con la sua presenza nella società. Il resto è silenzio.
Marco Isidori
TEATRO VASCELLO Spettacolo cultBERSAGLIO SU MOLLY BLOOM
dal 14 al 19 marzo 2017
dal martedì al sabato h 21 - domenica h 18
da James Joyce
con Maria Luisa Abate, Paolo Oricco, Stefano Re, Valentina Battistone, Virginia Mossi, Daniel Nevoso,Francesca Rolli, Margaux Cerutti, Marco Isidori
tecniche Sabina Abate
scena e costumi Daniela Dal Cin
regia Marco Isidori
produzione Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa
con il sostegno del Sistema Teatro Torino