Siamo in Sicilia, a Pietrammare - un paesino evidentemente inventato! Ma che corrisponde perfettamente allo stereotipo del paesino siciliano del quale narra la brillante sceneggiatura -, ai giorni nostri, nel XXI Secolo, dove alla scadenza del mandato sindacale, il paese è in fermento, come avviene veramente nella realtà in tutti i paesini siciliani, in occasione delle nuove elezioni per votare i vecchi o i nuovi consiglieri comunali, per votare il vecchio Sindaco ri-candidato, o il nuovo Sindaco candidato.
Pietrammare è da anni allo sbando, all’incuria, all’abbandono, vittima della collusione e della corruzione che di fatto è la matrice culturale condivisa, talvolta consapevole talaltra inconsapevole, dell’intera cittadinanza. Ma la situazione del paese è sotto gli occhi di tutti ed ha superato ogni limite di decenza e di dignità! La battaglia politica è tra due noti personaggi di Pietrammare: il vecchio Sindaco Gaetano Patanè, interpretato da uno straordinario e troneggiante Tony Sperandeo; e il nuovo candidato a Sindaco, il Prof. Pierpaolo Natoli, recitato da un eccessivamente compassato ed amorfo Vincenzo Amato.La cornice artistica della sfavillante narrazione cinematografica è nelle gesta recitative - ed oggi finalmente lo possiamo scrivere senza possibilità di essere sindacati o smentiti! - di due Artisti frizzanti, di grande talento ed al contempo fuoriclasse della comicità e della filmografia italica, quali Salvatore Ficarra e Valentino Picone.
È chiaro che la Sceneggiatura è eccellente, scritta a più mani, esperte e consumate, quali quelle di Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Edoardo De Angelis, Nicola Guaglianone e Fabrizio Testini; La Regia di Ficarra e Picone fa finalmente un imperioso salto di qualità, e prepotentemente passa dal concepire il Cinema da una sorta di Cabaret Teatrale proiettato sul Grande Schermo ad un vero e proprio Film, costruito sapientemente ed intelligentemente, che si contraddistingue come Vera Arte Cinematografica Italiana. Il Cast è di altissimo livello, bravissimi tutti e non bisogna aggiungere altro: solo andare al Cinema per vedere come hanno ben recitato le parti loro assegnate!
Ma cosa vedrà e da cosa sarà coinvolto emotivamente ed empaticamente lo spettatore che andrà al cinema per gustarsi, pieno di promettenti aspettative, “L’Ora Legale”?
Vedrà il Paese Italia riprodotto in una piccola realtà siciliana con tutti i suoi mali!
Vedrà la corruzione e la collusione insinuata in ogni ganglio delle relazioni istituzionali, personali, amicali … perfino religiose!
Vedrà la realtà che viviamo quotidianamente che ci fa imbestialire a parole contro quei governanti ai quali abbiamo dato il nostro voto e la nostra fiducia!
Vedrà che forse si può cambiare se veramente lo vogliamo!
Ma vedrà anche che il cambiamento per una vita migliore e per una società più giusta, che tutti noi siciliani, che tutti noi italiani a parole vogliamo e pretendiamo, è troppo oneroso, non solo in termini di danaro, ma di sostenibilità relazionale, emotiva, civile, civica, istituzionale, politica, perfino religiosa … e che forse «era meglio quando si stava peggio!» (anonimo, anche se erroneamente attribuito a Benito Mussolini); oppure, come direbbe il sommo poeta «Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria…» (Dante Alighieri, Inferno, Canto V, “Paolo e Francesca”, 123).
Ed allora, nell’ultima vera scena del Film, alla domanda della frizzante e bellissima Eleonora De Luca, figlia del Sindaco Natoli prossimo ad abbandonare la sua titanica sfida, perché costretto da una folla immensa che occupa tutta la piazza del Municipio e che incita le sue dimissioni così come accadde duemila anni prima quando la “stessa folla” scelse la morte di Gesù preferendo la libertà di Barabba, delusa e avvilita dai suoi stessi concittadini che non vogliono più il cambiamento tanto inneggiato prima delle elezioni: «Ma papà, allora non si potrà mai cambiare nulla qui?». Il padre la guarda negli occhi e non può fare altro che abbracciarla!
Ma io, invece, in quella bellissima scena, è come se avessi sentito pronunciare al Prof. Natoli, silenziosamente all’orecchio della figlia disperata ma stretta tra le sue braccia, le parole che da secoli i grandi intellettuali di questa terra isolana ci ripetono costantemente e che siamo stati costretti a scolpite indelebilmente nella nostra cultura e nella nostra memoria: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi…» (Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo”, Feltrinelli Ed., Milano, 1958); «Il popolo, la democrazia sono belle invenzioni: cose inventate a tavolino da gente che sa mettere una parola in culo all’altra e tutte le parole nel culo dell’umanità.» (Leonardo Sciascia, “Il Giorno della Civetta”, Ed. Einaudi, Torino, 1961).
Per concludere questa mia Recensione, quello che mi soddisfa e mi fa veramente piacere più di ogni altra cosa, in quest’ultima sorprendente ed incisiva produzione cinematografica - in ordine di tempo ovviamente! - di Ficarra e Picone, è che finalmente quell’Olimpo, di quello che mi piace definire un nuovo genere cinematografico, che io chiamo “comico-neo-realista”, ma che appartiene alla genialità di Checco Zalone e Gennaro Nunziante, vede la splendida compagnia del duo palermitano Ficarra e Picone che, al di là dei soddisfacenti risultati di botteghino, potranno essere orgogliosi di essere entrati nell’élite della vera cultura cinematografica italiana, e di aver lasciato per sempre ad altri comici meno talentuosi, più avvezzi al potere temporale ed al potere economico, la comicità da “quattro soldi” di cui si perderà memoria al batter delle ciglia di una bimba di dieci anni che guarda sorridente il suo papà con orgoglio e speranza, ma non sa ancora che quel papà non sarà in grado di lasciarle un futuro migliore, non sa ancora che noi adulti non le stiamo certamente lasciando un mondo più giusto e più sano, non sa ancora che tra vent’anni maledirà quei dèmoni che hanno lasciato a lei e ai suoi coetanei un mondo distrutto e corrotto: come quello che il lettore vedrà quando andrà al Cinema per sorridere de “L’Ora Legale” dei talentuosissimi e straordinari Ficarra e Picone.
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