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Cinema, “Sully” di Clint Eastwood. La recensione di Fattitaliani: il perché di un successo

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Anche l’ultimo Film di Clint Eastwood sta avendo un successo incredibile ma non prevedibile! Qual è il motivo? È la domanda che mi pongo sempre quando vedo dei Film che hanno un successo strepitoso e che mi appassionano così visceralmente.

Ebbene, qui la Storia narrata nel Film di Eastwood, è una storia realmente accaduta il 15 gennaio del 2009 a New York, quando l’espertissimo capitano di volo della US Airways, Chesley Sully Sullenberger, dopo che i due motori del suo aeromobile per il volo commerciale US Airways 1549, furono colpiti da uno stormo di uccelli causando la rottura di entrambi, in un lasso di tempo di 208 secondi, decise di fare un temerario ma calcolato atterraggio di emergenza sul gelido fiume di Hudson, riuscendo miracolosamente a salvare tutti i 155 passeggeri, compreso l’equipaggio intero; ma non a “salvare” l’aeromobile della US Airways che, pochi minuti dopo il salvataggio di tutte le persone, sprofondò inesorabilmente nelle acque glaciali di gennaio del fiume che divide Manhattan dalla terraferma.
La sceneggiatura di Todd Komarnicki è tratta dal best seller scritto da Chesley Sully Sullenberger in collaborazione col famoso giornalista statunitense del “The Wall Street Journal”, Jeffrey Zaslow, dal titolo “Highest Duty: My Search for What Really Matters.”, che tradotto in italiano ci dà immediatamente il senso del Film e della Storia accaduta: “Il dovere massimo: la mia ricerca di cosa conta realmente!”.
È la domanda che Eastwood e lo sceneggiatore Komarnicki, mutuandola da Sully, pongono sin dall’inizio allo spettatore. Come se narrando la storia volessero far viaggiare chi guarda il Film su due binari paralleli: da un lato far provare loro, nell’immedesimarsi con i protagonisti del Film, cosa si può provare nell’affrontare un incidente aereo che sarebbe potuto diventare una strage; dall’altro lato, invece, pongono lo spettatore nella prospettiva della compagnia aerea statunitense US Airways, che è quella di “salvare” l’aeromobile e… i passeggeri!
I due piloti di bordo, che per l’intero popolo statunitense al diffondersi della notizia divennero immediatamente degli straordinari eroi nazionali, vennero invece messi immediatamente sotto indagine dalla compagnia aerea attraverso il National Transportation Safety Board, perché il danno della perdita dell’aeromobile è un danno troppo grande, ed allora bisognava verificare capillarmente ed ossessivamente, con una commissione d’inchiesta composta da “tecnici” che si distinsero per arroganza e sbruffoneria, per supponenza e superficialità, se il “fattore umano” ebbe a causare la ”tragedia” non attenendosi pedissequamente al manuale di bordo seguendo il quale si sarebbe potuto evitare l’ammaraggio, e quindi la perdita dell’aeromobile… ed il “rischio” di perdite di vite umane.
Il Film è magnificamente incentrato su questo “dubbio” che innesca, negli stessi protagonisti della miracolosa storia, Chesley "Sully" Sullenberger e il suo co-pilota Jeffrey B. Skiles, domande, dubbi, incertezze, insicurezze, perplessità sull’azione di salvataggio che ebbero a compiere.
Ma alla fine la verità viene a galla, come sempre, e gli pseudo-inquisitori della National Transportation Safety Board, non poterono che prendere atto, davanti a tutta la nazione, che era stata fatta la cosa più giusta!
Tom Hanks
Le parole del co-pilota Skiles, il bravissimo Aaron Eckhart nel Film, quando tutta l’inverosimile inchiesta si concluse a loro favore, furono, e sono, straordinariamente significative: «La gente ci chiama eroi e vuole mettere in relazione la fortuna, l'intervento divino o l'eroismo. Ma il mio pensiero è sempre stato quello che ognuno di noi, l’equipaggio e tutti i passeggeri, abbiamo solo fatto il nostro dovere, il nostro lavoro, e i passeggeri si sono comportati come è stato detto loro di comportarsi!».
Il Film si ferma al riconoscimento dell’eroismo dei due piloti. Ma la realtà vera, ciò che allora accadde negli U.S.A. fu che il Senato approvò, il giorno dopo la mancata tragedia, una risoluzione per poter onorare ufficialmente Sullenberger, il suo co-pilota Skiles e tutto l'equipaggio, culminata il 22 gennaio con la Masters Medal consegnata loro il 22 gennaio dello stesso anno dalla Guild of Air Pilots and Air Navigators, onorando Sullenberg come eroe nazionale.
Qualche giorno prima, il 16 gennaio 2009, su iniziativa dell’allora neo Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, Sullenberg fu invitato a presenziare la cerimonia di insediamento alla Casa Bianca nel nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America.
Successivamente gli vennero consegnate le chiavi della città di Danville, in California, nella quale si era trasferito Sully; e poi gli fu conferita la nomina a ufficiale di polizia onorario.
A questo punto non ci resta che prendere in prestito le parole del piccolo saggio cinese di Supergulp: «Dice il saggio, tutto bene quel che finisce bene … e l’ultimo chiuda la porta!». Fine! Andrea Giostra.

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