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MARIA TERESA SIVIERI, 2° classificata al Premio Letterario Città di Castello sezione saggistica: scrivere mi arricchisce

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II classificato al Premio Letterario Città di Castello Maria Teresa Sivieri, Alfonso Ceccarelli. La tragica fine del falsario umbro, dispensatore di gloria e nobiltà.

Al centro del saggio la vita, la produzione e la tragica fine di un grande falsario umbro del XVI secolo: Alfonso Ceccarelli. Mai capace di accontentarsi di poco e mai soddisfatto dell’ottenuto, il Ceccarelli si spinse a imbrogliare, con opere basate su fonti del tutto inventate, molte nobili famiglie dell’epoca. Se non fu certo il primo falsario del suo tempo, fu sicuramente il più imprudente; l’unico ad essere condannato al patibolo.

Due parole  della  scrittrice.  
Stando ai miei ricordi io ho sempre, fin dalle elementari, tenuto un diario, raccontavo i miei dispiaceri, i miei desideri e inventavo storie. Per me scrivere era un'esigenza, mi isolavo e scavavo dentro di me. Piangevo e ridevo. Diventata insegnante di lettere, fu un'occasione buona per approfondire argomenti e fatti storici che anche per me per la loro natura erano complicati, pertanto preparavo per i miei alunni approfondimenti, schede, riassunti, tesine per fissare meglio nozioni di storia e di letteratura. Dallo scrivere tutto ciò e dal desiderio di pubblicare sono passati diversi anni. Ma, sistemati casa, figli e famiglia e arrivata alla pensione ho cominciato a dare corpo alle mie ricerche storiche e ambientali affidandole a una casa editrice. Tutti i miei libri hanno questa impronta: storia e ambiente naturale. 
Si diventa scrittori se ci si dedica con passione all'argomento scelto che ci sta particolarmente a cuore, ci si deve credere e quello che si scrive deve piacere e convincere innanzi tutto lo scrittore stesso. Inutile confidare in un giudizio altrui.
Io amo gli scrittori che non sono prolissi, che sono veloci, ma scorrevoli e incisivi e che trattano argomenti storici e biografie, ma con sensibilità e approfondimento psicologico. 
Lo scrittore in assoluto che preferisco è l'austriaco Stefan Zweig. 
Per me scrivere è un passatempo meraviglioso perché mi pare di arricchirmi, mi pare che la mia mente si allarghi e ne ricavo tanta soddisfazione.
L'autobiografia nei miei libri, in uno di più, in uno di meno, c'è eccome! Io credo che alcuni episodi della nostra vita entrino quasi inconsapevolmente e più o meno prepotentemente nelle pagine di tutti gli scrittori, non possiamo ignorarci.
Ai giovani che avvertono l'inclinazione allo scrivere, dico di leggere tanto, si impara lo stile e tanti piccoli trucchi.
Finora ho pubblicato dieci libri, due sono stati premiati a Città di Castello. Aver vinto a Città di Castello per me è stato un grande onore perché ho un'infinita fiducia nella competenza della giuria e nella serietà della casa editrice. Mi sono imbattuta nel personaggio di quest'ultimo libro, Alfonso Ceccarelli, quasi per caso, ma mi ha tanto affascinato perché è poliedrico, un grande falsario, ma una figura patetica, tormentato dalla sua fantasia ma incauto, ingordo perché intromettendosi negli affari della Chiesa e del papa del momento ci rimise la testa. In quei tempi non c'era da scherzare. Per confezionare la sua figura ho disturbato vari docenti universitari perché non potevo rimanere con dei dubbi. Per me scrivere confrontando vari testi è essenziale.

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