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Loretta Goggi presenta il il libro "Mille donne in me": non sono né per la festa della donna, né per le quote rosa

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Loretta Goggi, circondata dall'affetto di numerosissimi ammiratori, ha presentato giovedì scorso il suo secondo libro "Mille donne in me" (Piemme editore) alla Galleria Alberto Sordi di Roma.
Intervistata da Askanews, l'artista romana ha spiegato la natura e il contenuto del volume ma ha pure espresso la sua opinione su più argomenti.

"Ho passato un periodo molto importante per le donne, quello del femminismo, che io ho chiamato e ribattezzato 'femminilismo', perché io non sono per la donna 'maschio'. Io sono per la donna che conservi la sua femminilità, ma avendo la credibilità che ha l'uomo nella società, quindi io credo che siamo tornati in pochino indietro, siamo tornati di nuovo alla donna oggetto, dove la fisicità ha molta più importanza della bravura".
E ancora: 
"Gli esempi, per lo meno nel mondo dello spettacolo capaci, belle, ma capaci, io non dico che non bisogna essere belle, fai televisione, se fai la radio non importa, ma se fai tv meglio essere belle. C'è Virginia Raffaele, c'è Paola Cortellesi, che sono donne di grande talento e che possono rappresentare una televisione di oggi, senza per questo sembrare una brontosaura. Io detesto anche la pubblicità, non posso pensare che per fare la pubblicità di un orologio, una donna nuda deve entrare in macchina e dire 'non toccate il mio orologio', lo trovo veramente avvilente".
E sul libro dice in dettaglio: "Mi piaceva indagare nella vita di altre donne che mi avevano colpito e capire se potevo avere con loro un qualche legame oppure delle differenze abissali per le quali rassegnarmi ad essere quello che sono e basta. Ho scoperto che la donna è nata con il desiderio di essere alla pari con l'uomo, da sempre. Ha condotto questa battaglia con una caparbietà e in silenzio e il silenzio è stata forse la forza più grande che la donna ha avuto, si è mossa senza gridare".
Per lei sono "grandi persone oltre che donne, donne è una cosa in più. Io non sono né per la festa della donna, né per le quote rosa, perché una donna dovrebbe esserci perché vale non perché donna. Mi umilia il fatto che qualcuno debba pensare di mettermi in lista perchè manca la quota rosa da qualche parte".
Dalla triste storia della siciliana Marianna Ucrìa, all'attivista nera Angela Davis, passando per la pianista Clara Wieck Schumann e la poetessa Alda Merini, fino a Valentina Vezzali e alla sudanese Meriam. Loretta Goggi include anche Valentina di Crepax ...
"Perché - afferma - Valentina era per me ragazza quello che avrei voluto essere in quegli anni. Io adoravo questo tipo di donna così autosufficiente, così sportiva, così erotica, così libera, così priva di inibizioni e io ero l'esatto contrario - ha ricordato, sottolineando - Ma infatti non si deve essere qualcosa di diverso da noi stessi, ma conoscere noi stessi e mettere a frutto tutto quello di bello e di brutto che abbiamo per farne una bella insalatona con un po' di spezie e fare la nostra strada. Arrivare ad avere successo e una personalità è già essere Valentina, ma io non lo sapevo".

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