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Milano, al Teatro Nazionale Mario Acampa è il Cappellaio Matto nell’Alice moderna di Chiara Noschese. L'intervista di Fattitaliani

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L’abbiamo visto di recente nel film Inferno con Tom Hanks diretto da Ron Howard, l’abbiamo riconosciuto nello spot di una famosa azienda di caffè italiano e abbiamo letto di lui con Danny Glover (ricordate Arma Letale?) sul set di un film internazionale con un ruolo protagonista. Mario Acampa, giovane attore italiano, continua la sua carriera e sembra non sbagliare un colpo.
Un percorso intensissimo che negli ultimi dieci anni lo ha visto alternare il cinema (protagonista in Press - storie di False Verità col sostegno di Rai Cinema) alla tv (per anni volto di Rai Gulp alla conduzione di Tv Ribelle) senza perdere mai di vista il suo primo amore, il teatro. Il suo segreto? La passione, dice, e noi non potevamo non chiederglielo di persona dopo lo show al Nazionale di Milano.
Mario è infatti il grande Cappellaio Matto ne “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” scritto e diretto da Chiara Noschese al Teatro Nazionale di Milano. Tutti i sabati alle 15,30 per tutto dicembre. Poi tre date speciali il 26, 27 e 30 dicembre alle 17,00 e da gennaio ogni domenica mattina alle 11. Una proroga a grande richiesta visto il successo che ha riscosso dal debutto. L'intervista di Fattitaliani.
Sabato ho visto lo spettacolo. Sei il burattinaio di tutta la storia ed è incredibile come tu riesca ad essere così…matto e carismatico! Sembri volare sul palco, ma tu come ti senti?
Bah sto ancora cercando uno psichiatra bravo che mi aiuti. (ride, ndr) No, non è una battuta! (ride, ndr). È indubbiamente una grande sfida e di base mi diverto un sacco perché è un ruolo molto sfaccettato. La forza di questo allestimento però la facciamo insieme con i miei colleghi. La mia energia dipende anche da loro. 
Hai qui in Italia lo stesso ruolo che ha avuto Johnny Depp, eppure hai costruito un personaggio unico e altrettanto forte. Qual è stato il lavoro?
Oddio, al paragone con Johnny Depp non ci ho mai pensato neanche lontanamente. Da lui semmai ho preso…le mani di forbici quando scrivo i messaggi col correttore automatico…(ride, ndr). A parte gli scherzi, grazie, se hai colto la stessa forza! Ne sono lusingato. 
Non ci avevi mai pensato?
Avere un esempio così importante alle spalle fa strano. Ho fatto ciò che faccio sempre con un copione nuovo. Ho provato a sgomberare la testa e ho letto la sceneggiatura di Chiara Noschese cercando insieme a lei di cogliere il bisogno più profondo del nostro Cappellaio che ha delle sfumature diverse. Nel testo di Chiara c’è davvero tutto. Ho dovuto solo imparare a fidarmi del copione.
Un percorso incredibile quello che ti ha portato fino a qui, nonostante tu sia giovanissimo…
Se mi avessero detto anni fa che avrei fatto davvero l’attore non ci avrei creduto. Mi iscrissi a giurisprudenza con la consapevolezza che prima o poi avrei dovuto ripiegare sulla carriera in studio legale e invece è andata diversamente…
E adesso come stai?
Adesso mi sembra di stare in uno stato di beatitudine in cui mi ritrovo a realizzare un sogno alla volta senza accorgermene e ogni volta continuo ad emozionarmi
Ti sei cimentato in esperienze artistiche molto diverse eppure sembri sempre perfettamente a tuo agio, te lo sei mai chiesto come sia possibile?
Beh in realtà mi ci sento per davvero a mio agio, e credo sia perché porto avanti solo i progetti che mi fanno innamorare e si sa, l’amore ti dà la forza per spostare una montagna. Se mi piace una sceneggiatura, o un progetto o una regia, provo a lasciarmi andare. Probabilmente ancora non mi sono stancato di innamorarmi. Meno male!
E qualche volta sei rimasto deluso?
Alcune volte è capitato. Preso dall’euforia che ho di carattere talvolta ho valutato male le persone accanto a me, ma al di là dell’amaro che senti sul momento, a distanza di tempo ho sempre capito che avevo imparato qualcosa più di prima, forse grazie anche a loro.
Tornassi indietro c’è qualcosa che non rifaresti o che faresti diversamente?
Guarda, rifarei esattamente tutto ciò che ho fatto, anche se qualche volta ho aspettato troppo. Capita di non riuscire sempre a dare subito ascolto al proprio istinto e si perde tempo. Sto cercando di lavorarci…
E nella vita privata? Sei innamorato?
Non ho anelli al dito come vedi! (sorride, ndr). Forse un fiocco sul cuore sì… chi lo sa.
Quanto influenza il suo lavoro la vita privata di un attore?
Bella domanda! Dipende da quanto lavori con le tue emozioni. Io da qualche anno seguo una coach americana che mi aiuta ad andare molto in profondità e quindi in ogni lavoro metto davvero tanto di mio. I bisogni umani fondamentali sono nella vita come nei film o nel teatro sempre gli stessi e poi si racconta una storia. Certo, avere esperienze personali aiuta ad essere più specifici nelle relazioni del tuo personaggio. Mi aiuta ad umanizzarlo di più di sicuro. 
E nel cappellaio matto? Quanto c’è della tua follia?
Sai qual è la grande beffa? Che il cappellaio nella sua follia dice solo grandi verità ed è talmente vero da risultare pazzo. E lui è consapevole di questo dramma così impara a ironizzarci sopra. È un personaggio che mi sta dando più di quanto immaginassi.
Cioè?
Cioè in ogni battuta, anche la più breve, riesce a farmi riflettere sul fatto che la vita scorre e bisognerebbe essere famelici di ogni singolo secondo in cui respiriamo. Vorrei avere la sua saggia follia sempre, anche nella vita.
Tu non sei folle di solito?
Eh, chissà cosa significa essere folli… ho seguito sempre quello che mi diceva il cuore. Forse sono più folle di quanto io non pensi… Anche io come il cappellaio maschero le mie insicurezze con un po' di entusiasmo, con l’ironia. Ma in questi mesi di spettacolo sto riflettendo molto sulla forza di ciò che è essenziale, la ragione profonda delle cose. E quella forse non ha bisogno di tante parole o forzature particolari. È…semplice, talmente semplice da sembrare folle. Pian piano magari ci arriverò. 

Quindi è il cappellaio che ti sta insegnando qualcosa?
(ride, ndr) è QUESTO cappellaio che mi sta insegnando qualcosa! Il ruolo come tutto il testo è una riscrittura di Chiara Noschese che ha fatto anche la regia. È difficile spiegare quanto quella donna riesca ad essere terapeutica nel modo in cui lavora e si relaziona con gli attori. Una terapia d’urto a volte, ma sempre di totale accompagnamento. Probabilmente ha fatto più del bene lei alla mia anima che mille altre persone.
La Noschese ha messo in scena un’Alice moderna, come lo spettacolo. Qual è stato il percorso?
In realtà dovresti chiederlo a lei. Quello che so dirti io è che credo sia forse la prima volta dal mio debutto 10 anni fa che non riesco a smettere di amare ogni singolo secondo in cui sto in scena. Si racconta di un’Alice in cui ognuno di noi si ritrova. Anche io ad ogni replica faccio un viaggio dentro me stesso e ogni volta ne esco un po' più consapevole. Non credo si possa definire semplicemente uno spettacolo teatrale, credo sia un vero e proprio viaggio metafisico che passa dalla testa al cuore. Davvero non so come spiegarlo a parole, perdonami.
Tra l’altro è ufficiale la proroga fino a Febbraio!
Sì! Siamo così felici! Il Teatro nazionale ha creduto molto in questo progetto. Matteo Forte è un produttore molto presente che ha investito sui giovani e sulle idee nuove. Siamo fortunati e poi con i miei colleghi Elisa Lombardi, Raffaella Alterio, Matteo Sala e l’aiuto regia Eleonora Lombardo ci divertiamo un sacco e ci emozioniamo sempre. 
È vero che sarai nel prossimo film con Danny Glover?
(annuisce, ndr) Ho finito le riprese a luglio e non posso raccontarti niente quindi non cominciamo! (ride, ndr). È un ruolo bellissimo il mio, sarà un’Odissea contemporanea davvero avvincente e sarò un Dio Hermes non convenzionale…Uscirà negli Stati Uniti…sono al settimo cielo!
Prossimi progetti?
Non mi freghi. Non dirò niente. (ride, ndr). Per ora voglio stare solo nel mio Paese delle Meraviglie. Giovanni Zambito.
©Riproduzione riservata

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