Incrementano la brand awareness (39,6%), migliorano la brand reputation (38,4%), migliorano la customer satisfaction (30,6%).
I social network sono un alleato in più nello sviluppo delle strategie aziendali e, per una impresa su 2, anche uno strumento per aumentare business e performance di vendita. Che si tratti di piccola, media o grande impresa, i social infatti stanno diventando sempre più strategici per promuovere gli store digitali. Facebook in particolare è utilizzato con questo scopo dal 93% delle aziende italiane e dall’81% delle aziende europee, mentre a livello più allargato, rappresenta un ottimo canale per intercettare nuovi potenziali clienti in modo più mirato e preciso. In definitiva, nonostante il diverso peso del fatturato derivante da e-commerce in Italia (28%) ed Europa (41%), il trend degli investimenti per i prossimi 24 mesi è in crescita sia nel nostro Paese (+65%) sia in Europa (+67%). E la perfetta integrazione degli store digitali con i canali social sta portando alla nascita del “social commerce”, destinato secondo le imprese analizzate ad avere un impatto positivo sulle performance aziendali.E’ quanto emerge da uno studio condotto da CRIET-Università Milano Bicocca in collaborazione con ilFAC - TBS Group e IPSOS su oltre 600 imprese (italiane, francesi, tedesche e spagnole) con l’obiettivo di studiare l’impatto di e-commerce e social media nel business aziendale.
Dalla ricerca sono emersi tre stadi di sviluppo dell’e-commerce: e-commerce tradizionale; e-commerce evoluto; social commerce.
Da un lato, l’e-commerce che incide in maniera importante per 6 imprese italiane su 10, mentre nel resto d’Europa è dell’81%. Viene sostanzialmente usato per vendere prodotti e servizi (50% in Italia e 65% in Europa) o acquistare prodotti e servizi (29% in Italia e 43% in Europa). Il target raggiunto è prevalentemente B2C (94% in Italia e 85% in Europa) e, nonostante il diverso peso del fatturato medio (28% in Italia e 41% in Europa), il trend generale degli investimenti è in crescita (66,5%).
Viene integrato non solo con i canali online, in particolare con i social media, ma anche con i canali offline: il 62% delle imprese italiane dichiara di integrare l’e-commerce con il punto vendita con modalità che spaziano dal “scegli e ritira” (33%) al servizio di personalizzazione dei prodotti online venduti successivamente offline (29%). Integrazione e innovatività molto più forti all’estero con l’85% dei rispondenti che dichiara integrazione tra canali online e offline: il 51% offre servizi di personalizzazione e il 41% servizi di acquisto online direttamente nel punto vendita.
Dall’altro lato, i social media sono per il 49% delle imprese italiane e per il 54% di quelle europee anche un canale fondamentale per intercettare nuovi potenziali clienti in modo più mirato e preciso.
Delle imprese che hanno partecipato all’indagine, l’84% presidia Facebook, che viene utilizzato dal 93% delle imprese italiane e dall’81% di quelle europee oltre che a comunicare anche per promuovere gli store digitali. A seguire troviamo che il 60% delle aziende è presente e attivo su Twitter mentre il 43% punta su Linkedin. Inoltre ci sono canali utilizzati solo in alcuni Paesi, per esempio Xing, un Business Social Network dedicato alle relazioni professionali è utilizzato in Germania dal 40% delle imprese che segnalano un utilizzo minore degli altri mezzi. In Francia invece il 30% delle imprese utilizza Viadeo, il principale concorrente di Linkedin.
Ad avere un ruolo trainante sono state le grandi aziende (61% in Italia e 59% in Europa) che hanno introdotto i social media da più di tre anni. La comunicazione social è prevalentemente integrata con tutti i canali: in Italia l’integrazione tra on-line e off-line è fatta dal 63% delle imprese (contro il 48% di quelle europee).
In termini di budget destinati alla comunicazione social, tuttavia, l’Italia è indietro rispetto ai Paesi europei: appena il 19% delle aziende italiane (rispetto al 32% delle imprese europee) dichiara di investire più del 30% del budget. Nonostante ciò, dalla ricerca emerge che il 43 % dichiara di voler aumentare nei prossimi 3 anni la quota budget dedicata, mentre solo il 3% dichiara di voler diminuire l’investimento sui social media.