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Smog, in 41 Paesi europei causa 467mila morti premature

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L’inquinamento atmosferico è la più grande minaccia ambientale per la salute in Europa: questo il contenuto del Rapporto Qualità dell’Aria in Europa 2016 pubblicato oggi dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (Aea) con sede a Copenhagen. Secondo i dati, lo smog è responsabile di circa 467mila morti premature all’anno in 41 Paesi del Vecchio Continente; per tutta risposta il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva che impone limiti più bassi per i maggiori inquinanti con l'obiettivo di riportare entro il 2030 la qualità dell'aria sotto i limiti del 2005. Il servizio di Roberta Barbi: 

Le principali fonti d’inquinamento sono la combustione di carbone e biomassa da parte di industrie, centrali elettriche e famiglie, ma a queste seguono – come fonti di smog – i trasporti, l’agricoltura e l’incenerimento dei rifiuti. Una qualità dell’aria che sta “lentamente migliorando”, ma sono progressi che evidentemente non bastano: è questa la fotografia dell’aria che si respira in Europa secondo l’Agenzia per l’ambiente del Vecchio continente,  che oggi ha diffuso i dati raccolti in 400 città nel periodo 2000-2014. In questi anni circa l’85% degli abitanti delle città sono stati esposti a livelli d’inquinamento ritenuti dannosi per la salute, come conferma anche l’Organizzazione Mondiale della sanità.
Principali killer le polveri ultrasottili
I nemici principali dell’uomo sono soprattutto le polveri ultrasottili, ma a colpire l’organismo anche il diossido di azoto e l’ozono, che nel periodo considerato hanno causato rispettivamente 71mila e 17mila morti: tutte queste sostanze peggiorano i problemi respiratori, portano malattie cardiovascolari, tumori e conducono ad aspettative di vita più brevi. L’ozono in particolare è responsabile anche della bassa resa delle colture. La riduzione delle emissioni, dunque, è stata un traguardo importante, secondo l’Aea, ma non è sufficiente a evitare danni alla salute umana.
I provvedimenti in Italia: Valle d’Aosta e Toscana in testa
E in Italia c’è già chi corre ai ripari: il Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha recentemente approvato il disegno di legge che prevede un piano di risanamento della qualità dell’aria per garantire e migliorare il livello attuale, mentre in Toscana è passata una risoluzione regionale sul coordinamento, il monitoraggio e il supporto dei Piani di azione comunali. Roberta Barbi, Radio Vaticana, Radiogiornale del 23 novembre 2016.

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