“Mi Assento” è contenuta nel disco “Senza Ali” (Sunflower Music Lab) prodotto e registrato da Maurizio Lollobrigida tra The lab (Acilia) e Officine Zero (Roma). Dieci tracce di rock puro, a volte duro a volte più melodico, accompagnato da testi di critica alla società odierna, osservata da diversi punti di vista, e cosa essa scatena nell’io più profondo di ognuno, ma anche da testi d’amore.
Su “Mi Assento” la band ci dice: “La prima canzone che abbiamo scritto, il nostro primo singolo, il primo testo che ci ha fatto capire di essere mosche. Il bisogno di “assentarci” con la mente e col cuore quando la realtà ci viene addosso come un macigno. Il bisogno di volare via senza essere notati per riuscire a sopravvivere, prima di tornare a portare una maschera e tornare a non respirare per un po’.L’assoluta incapacità di rifiutare il letame col quale da sempre veniamo nutriti. Può sembrare inutile retorica. Probabilmente lo è. Ma cos’altro ci rimane?”
Link del video:https://www.youtube.com/watch? v=pUrzuBVsC2g
“Questo disco è una dichiarazione di attaccamento alla realtà, di riconoscimento dei propri limiti e di scoperta del proprio potenziale di esseri umani.-Racconta la band-”Senza ali” è guardare al passato, al presente e al futuro con la massima attenzione e consapevolezza di sé. È ricerca della felicità. È la voglia di guardarsi dentro e confrontarlo con ciò che gli altri vedono dentro sé stessi.”
Questa la tracklist: Mi hai, Il tempo se ne frega, Stella, La rapina, Mille Occhi, Mi assento, Talent, Padre, Vedi Sara, Il mare d’inverno (Cover E.Ruggeri).
Mosche è il nome del gruppo, formato da Alessandro Melis, Carlo Cruciani e Luca Zamberti, nata ad ottobre 2014 come naturale bisogno di esprimere ancora più chiaramente e definitivamente la profonda disillusione che caratterizza gli inizi di questo secondo millennio. La musica delle Mosche mira a rivelare ciò che è più fastidioso del pensiero comune e individuale. Le persone credono e cercano continuamente di sentirsi al centro del mondo, celebrando vittorie di poco conto che rivelano, invece, un isolamento ed una povertà spirituale potenti. Allo stesso modo non cercano mai dentro sé stessi la causa del proprio malessere. Assumendo tale veste le Mosche si scelgono il ruolo di invisibili osservatori. Attraverso un ronzio rivelatore e ad alto volume fanno luce sul “letame” attorno al quale volano e di cui sempre si sono per necessità nutrite.