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Teatro Biblioteca Quarticciolo, “Cappuccetto rosso - c’era una volta il lupo e la fanciulla” dal 28 al 30 ottobre

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Atacama, dopo la recente tournée in Germania che ha toccato città come Düsseldorf e Lipsiaritorna a Roma, in prima nazionale e apre dal 28 al 30 ottobre 2016 la stagione Danza del Teatro Biblioteca Quarticciolo curata da Valentina Marini, con “Cappuccetto rosso - C’era una volta il lupo e la fanciulla”, la cui ideazione, coreografia e regia portano la firma di Patrizia Cavola - Ivan Truol, coreografi fondatori della Compagnia, con Stefania Di Donato, Valeria Loprieno e Cristina Melorola voce registrata di Alessandro Fabrizi su musiche originali di Epsilon Indi (gli stessi autori della colonna sonora del film di Giuseppe Gaudino Per Amor Vostro con Valeria Golino in concorso alla 72 Mostra del Cinema di Venezia e vincono il Premio Ennio Morricone al BiFest 2016 Bari International Film Festival per il miglior compositore di musiche e come migliore colonna sonora agli RdC Awards 2015 della Fondazione Ente dello Spettacolo e della Rivista del Cinematografo).

Lo spettacolo sarà ancora a Roma al Teatro Tor Bella Monaca dal 9 al 13 dicembre, e in tournée al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino il 20 novembre all’interno di D’ARME, il 27 novembre a Latina Opera Prima Teatro e il 16 e 17 dicembre al Teatro Boni di Acquapendente (VT).
“L’ispirazione di questo nuovo lavoro – spiegano Patrizia Cavola e Ivan Truol - è una delle fiabe europee più conosciute al mondo, Cappuccetto Rosso, della quale esistono numerose differenti versioni. Con una particolare attenzione alla trascrizione di Charles Perrault, partiamo dalla fiaba e intendiamo esplorare il contrasto tra il mondo luminoso e sicuro del villaggio e quello oscuro e insidioso della foresta. Andare nel bosco come metafora del percorso che ogni individuo deve affrontare per crescere, lasciando la sicurezza dell’infanzia per divenire adulto. Sviluppare il proprio essere attraverso il passaggio nella foresta del proprio lato oscuro e nel caso di Cappuccetto rosso, nella profonda e oscura foresta della femminilità. Andare nel bosco perché la vita abbia inizio.
Attraversare, incontrare il lupo, disobbedire, aprirsi alle possibilità che scaturiscono dal percorrere strade altre, errare per sentieri sconosciuti e interrotti, Holzwege, procedere verso la meta dello svelamento del sé attraverso un continuo sviamento, una irriducibile erranza.”
“Holz è un’antica parola per dire bosco. Nel bosco ci sono sentieri (wege) che, sovente ricoperti di erbe, si interrompono improvvisamente nel fitto. Si chiamano Holzwege. Ognuno di essi procede per suo conto, ma nel medesimo bosco. L’uno sembra sovente l’altro: ma sembra soltanto. Legnaioli e guardaboschi li conoscono bene. Essi sanno che cosa significa “trovarsi su un sentiero che, interrompendosi, svia”. Martin Heidegger
Il concept vuole mettere in atto differenti sguardi sul racconto narrato dalla fiaba, rilevare varie sfaccettature dei personaggi, tre diverse Cappuccetto Rosso con caratteri e qualità differenti che reagiscono ognuna a modo suo al compito affidatagli dalla mamma e all’incontro con il lupo, determinando tre possibili differenti storie. Stesso spettro di possibilità per il lupo che può manifestarsi come aggressore che inganna e uccide, come amico e guida che conosce il bosco e aiuta la bambina a percorrerlo, come opportunità di incontrare suo tramite la parte selvaggia, l’istinto che è in lei.
L‘allestimento scenografico, realizzato da Arianna Pioppi che firma anche i costumi, prevede il pavimento ricoperto di foglie, un mare verde che le danzatrici possono muovere e spostare ad ogni passo, lasciando tracce e sentieri, dentro cui possono immergersi, scomparire e riemergere.
Il progetto coreografico vuole unire l’elaborazione della danza/poesia fisica a un lavoro di costruzione pittorico e visionario sull’immagine, all’uso della parola e del suono, all‘interazione con le musiche originali.
“Abbiamo scelto di lavorare su una fiaba – concludono i coreografi - per il desiderio di dialogare con un pubblico ampio, trasversale, che includa varie generazioni, ragazzi, bambini e adulti. Questa scelta rientra in una progettualità di pratiche per la formazione del pubblico e di diffusione della danza contemporanea. La conoscenza di quest’arte e la creazione di un pubblico dedicato devono infatti partire dalle scuole ed è necessario creare opportunità di visione di spettacoli di danza contemporanea già durante i primi anni dell’educazione e formazione culturale degli individui.”


Compagnia Atacama
La compagnia Atacama nasce nel 1997 fondata da Patrizia Cavola, coreografa e danzatrice, e da Ivàn Truol, coreografo, danzatore, attore, ed è sostenuta e riconosciuta dal M.I.B.A.C.T Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Dal 2009 la compagnia ha residenza artistica presso La Scatola dell’Arte di Roma, Centro di formazione e produzione con la direzione artistica di P. Cavola e I. Truol.
L’indirizzo della loro ricerca è quello della costruzione di un teatro fisico, che si situa in una zona di confine, multidisciplinare, dove il movimento e la danza, l’immagine, la voce, il testo, la musica e quale altra forma artistica si riveli necessaria durante la creazione, interagiscono e si integrano. L’interesse è per la commistione dei linguaggi. L’innovatività del linguaggio dei due coreografi scaturisce anche dal metodo del loro processo creativo che fa uso dell’improvvisazione come strumento di ricerca dei materiali e che coinvolge gli interpreti mettendo in gioco il loro vissuto, i loro contenuti e il loro materiale coreografico, con la loro particolare qualità di movimento. Molto lavoro è dedicato proprio alla ricerca personale che ogni interprete compie con la guida del coreografo, cercando il proprio movimento unico e originale e la propria visione dei temi trattati. L’improvvisazione quindi fa scaturire parte della scrittura coreografica, testi e scrittura automatica. Il tema della creazione indirizza la ricerca del linguaggio coreografico in quanto già il corpo in movimento si costituisce in drammaturgia dinamica. La dimensione corporea diviene ambito privilegiato delle possibilità espressive del teatro.
Le produzioni di Atacama con le coreografie di P. Cavola e I. Truol sono: “Dal Sud” (1997), “Sguardo rubato” (1998), “La Cama” (2001), “Istruzioni per rendersi infelici” (2004), “Caos”(2006), “L’Ambito” (2007), “Esposta” (2010), “Rosso Carminio” (2011), “Galleggio, Annego, Galleggio” (2013), “Come un bambino abbandonato nello specchio dell’armadio” (2014), “Io, Lei, Me” (2015), “Cappuccetto Rosso – C’era una volta il lupo e la fanciulla” (2016) presentate in importanti e numerosi Festival e Teatri in Italia, Spagna, Belgio, Germania.
Oltre a produrre le creazioni dei due coreografi fondatori della compagnia, Atacama ha sostenuto la produzione di progetti di altri coreografi vicini per indirizzo poetico e percorso di ricerca e di giovani autori che spesso già partecipavano al progetto artistico della compagnia in qualità di danzatori. Tra questi Sara Simeoni, Francesca Beatrice Vista, Mariella Celia, Oretta Bizzarri, Adriana Borriello.
Da numerosi anni Patrizia Cavola e Ivan Truol svolgono attività di formazione tenendo corsi, seminari e laboratori in diverse scuole di danza su tutto il territorio nazionale: a Roma hanno insegnato presso il Duncan 3.0, La Scatola dell’Arte, il DAF, l’AIAD Accademia Internazionale di Arte Drammatica Teatro Quirino Vittorio Gasman, la Q Academy Nuova Accademia Internazionale Arte Drammatica Teatro Quirinetta, Accademia Arte Drammatica Cassiopea e presso lo I.A.L.S. Istituto Addestramento Lavoratori dello spettacolo, tenendo seminari di formazione per professionisti. Nel 2010 sono stati invitati a insegnare presso l’Instituto de Estudios Secundarios de la Universidad de Chile. Nel 2014 sono docenti ospiti presso il Liceo Coreutico di Teramo. Atacama è tra i soci fondatori di CORE-Coordinamento Danza e Arti Performative del Lazio. Atacama cura la direzione artistica per la Danza della stagione 2013/2014, 2014/2015 e 2016/2017 del Teatro Tor Bella Monaca di Roma (direzione artistica di Alessandro Benvenuti).


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