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Festa del Cinema di Roma, "Una" di Benedict Andrews: per persone libere da preconcetti e pregiudizi

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Una giovane donna arriva senza annunciarsi sul posto di lavoro di un uomo che potrebbe essere suo padre. Sarà l’inizio di una giornata lacerante per entrambi. Il regista teatrale australiano porta sui grandi schermi la pièce teatrale “Blackbird” del drammaturgo scozzese David Harrower, liberamente ispirata a un brutto fatto di cronaca del 2003 che vide coinvolto un ex marines in una brutta storia di pedofilia. 

Una: un film scomodo che tratta senza filtri alcuni una storia di pedofilia.
È palese che il regista del film “Una” della selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma venga dal teatro e che lo script del film sia ispirato a un dramma teatrale che ha creato non poche polemiche quando fu messo in scena per la prima volta nel 2003. Benedict Andrews presenta la sua protagonista Una/Rooney Mara subito come una persona fragile. Il perché si scopre andando avanti con il film. Lei va a cercare un certo Ray, che scopriremo ora si fa chiamare Peter. I due sono legati da una vecchia storia dolorosa che parla di abusi sessuali ma anche in qualche modo di amore. Lui, ex vicino di casa e amico del padre era scappato con lei quando aveva solo sui 13 anni. Adesso dopo tanti anni, lei adulta lo cerca per affrontare i suoi fantasmi e forse cercare di superare un trauma che la opprime ancora. Il velo di Maja di questo passato sconvolgente si apre lentamente. Ray/Ben Menndelsohn è spaventato e si chiude con Una in una stanza spoglia. Parte della narrazione è basata sul registro teatrale. I due protagonisti parlano tra loro come se fossero su di un palco da una parte, mentre dall’altra arrivano in flashback immagini che raccontano quello che è successo tanti anni prima. “Una” è un film fatto per persone libere da preconcetti e pregiudizi. 
Lo stesso regista affronta un tema delicato come la pedofilia senza mai giudicare, guardando i suoi due in oggettiva. E’ soggettiva invece, la prospettiva di Una ragazzina/Ruby Stokers nei flashback. Anche la fotografia è diversa nei due momenti: fredda e di un bianco abbagliante nell’incontro di Una e Ray al presente, colorata e naturistica nei loro ricordi. Un ruolo importante nella narrazione lo riveste anche la musica che enfatizza i momenti più drammatici. Nel suo mischiare, bilanciandoli perfettamente, due linguaggi diversi come il cinema e il teatro, il film di Benedict Andrews appare per ora una delle opere più interessanti della Festa del Cinema di Roma. 
Ivana Faranda 

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