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Silvio Mauro presenta a Fattitaliani il concept album “Amanti Eroi”. L'intervista: spero di arrivare dentro l'ascoltatore

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Silvio Mauroè un giovane cantante nato in Sardegna che inizia il suo percorso musicale a 16 anni esibendosi con alcune cover band. Nel 2015 parte il suo progetto solista al The Box Studio in provincia di Cosenza. A settembre è uscito "A Roma mi dimenticherai", un brano che racconta la storia di un'apparente rassegnazione di una coppia dopo la loro separazione: la canzone fa parte del disco “Amanti eroi”, un concept albumche parla dell'evoluzione di un rapporto tra due persone uscito l'11ottobre. Fattitaliani lo ha intervistato.
Silvio Mauro: una carriera che pone le sue radici qualche anno addietro, ora la piega da solista con questo disco: “Amanti Eroi”. Quali sono le aspettative alla vigilia?

Ho imparato col tempo a non farmi aspettative. Questo album è nato senza pretese, in maniera naturale che è un fattore determinante per me. Sicuramente, potevo registrarlo e metterlo in un cassetto, ma mi sono reso conto che dentro, oltre alla mia storia, ce ne possono essere altre di altre persone. Così, ho deciso di condividere il mio lavoro, naturalmente, anche per la mia carriera. Ecco, ora ragionandoci penso che la mia unica aspettativa sia di riuscire ad arrivare dentro l'ascoltatore, ma più che aspettativa per me è speranza.
Il singolo “A Roma mi dimenticherai” che presenta un po' il concept album in uscita questo autunno racconta una storia come tante, ma a modo suo carica e densa di significato, è una storia autobiografica quella che ascoltiamo?

Sì, è una storia autobiografica, come l'intero album. "A Roma mi dimenticherai" traccia solo il punto di una storia più grande.
Il videoclip offre e aggiunge tanto al brano, possiamo definirlo, un po' come tutti i videoclip, la trasposizione in immagini di quello che canti e suoni nella traccia. È così come lo avevi immaginato, cambieresti qualcosa, o sei totalmente soddisfatto del lavoro registico?
Sì, sono soddisfatto assolutamente del lavoro registico di Fabrizio Benvenuto. Abbiamo buttato giù la sceneggiatura via telefono trovando un punto d'incontro che andasse bene per entrambi, quindi non posso dire proprio nulla se non ringraziarlo profondamente.
Rende (Cs) è il teatro che ha visto la genesi di questo progetto come solista, una zona che, musicalmente e culturalmente, ha sempre attraversato una storia a sè stante rispetto al resto della regione. Ti riconosci in questa affermazione? Com'è il tuo rapporto con questa città? 
Rende, come Cosenza, negli ultimi anni sta crescendo molto culturalmente, in maniera assolutamente autonoma. Il prodotto culturale cosentino secondo me ha molto da offrire a tutta la nazione, a livello musicale e non. Il mio rapporto con la città è ottimo, mi sono sempre trovato bene, anche se ancora non ha conosciuto il mio lavoro solista in quanto è uscito solo ultimamente. 
Quali differenze noti rispetto ai luoghi in cui hai vissuto precedentemente?
Non mi spingo in comparazioni con altre città perché a mio parere bisogna viverci un po' di tempo per poter dare un parere soddisfacente, l'unica cosa che sento di dire è che non ha nulla da invidiare rispetto a città più blasonate.
In che modo e in che senso sta cambiando la tua carriera? Cosa stai modificando e cosa ci tieni che rimanga uguale?
Sta cambiando il mio approccio, la mia professionalità, un po' io. Lavoro sempre per migliorarmi. Adesso mi ritrovo ad avere a che fare con molte persone, a viaggiare di più, a fare interviste, sponsorizzare, e non avendo un vero e proprio staff dietro in quanto mi sto autoproducendo, mi sommergo di lavoro in prima persona. Ma va bene così, la musica è la mia ragione di vita e mi dà tanto, ed è giusto che per essa dia sempre il massimo. Spero che rimanga sempre uguale la naturalezza con la quale scrivo le canzoni, è fondamentale.
C'è qualche artista o scena musicale che ti senti di citare come influenza principale nella tua musica?
Sì, sono stato influenzato molto da Damien Rice, Nick Cave, Tom Waits, Linkin Park, Mogwai, Sigur Ros, Nine Inch Nails, Cat Power, Gregory Alan Isakov, Litfiba, Giorgio Gaber, Diaframma. Sicuramente dimentico qualcuno ma questi, sono stati i principali.
Esiste qualche artista, emergente come te, che senti di consigliare al pubblico che già ascolta le tue canzoni?
Ce ne sono molti, della scena cosentina cito i Parkwave, gli "A minute to insanity", Michael Converso (Deva), Diego Gencarelli, Antonio Algieri e i lametini "Dissidio".
In conclusione: hai già qualche progetto, magari un altro concept, che ti passa per la testa?
Sì. Anche se è molto presto dirlo, però ci sarà "Amanti Eroi" parte 2. Sarà diverso, in quanto sarà meno "puro", ma non voglio sbilanciarmi per ora, in quanto è tutto da definire! Giuseppe Vignanello.
©Riproduzione riservata
BIO
Silvio Mauro nasce a Nuoro il 28 Gennaio 1990. Il suo percorso musicale ha inizio intorno ai 16 anni, esibendosi con alcune cover band alternandosi al basso e alla chitarra. Nel 2009 fonda il progetto "Vonhoa" con la quale raccoglie molte esperienze live nella provincia cosentina, pubblicando nel 2016 il singolo "Chi eri?". Il progetto solista invece, inizia nel 2015 e prevedeva solamente l'uscita di un singolo che poi si è trasformato in un intero album. Senza nessuna etichetta discografica di supporto, inizia a finanziare il suo progetto artistico registrando al "The box studio" di Rende (CS). L'opera creata è un "concept album" basato su una storia personale, che traccia un percorso emotivo/narrativo tra le canzoni.

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