Un uomo, da solo. Da solo con la sua coscienza. Un compito: la vita. Ma anche la paura, terribile, che immobilizza: la nostra. Esiste il “nostro” futuro? O esiste il destino?
Non è dato sapere.
Almeno per ora, almeno per l’uomo, cosiddetto moderno. Quello che forse conta però, è che queste domande costituiscano un ponte che collega noi stessi a quell’uomo moderno, a quell’uomo shakespeariano, vissuto nel Milleseicento: siamo sostanzialmente gli stessi.
L’Amletodi Shakespeare è il testo teatrale più importante dell’era moderna. Vi è in esso un’analisi profonda dell’umano sentire, in rapporto alle problematicità del vivere quotidiano. Meglio di chiunque altro, e soprattutto per primo, Shakespeare è riuscito a raccontare le infinite contraddizioni dell’essere umano, di fronte all’impegno che questo deve assumersi per poter anche semplicemente stare al mondo; affrontare il futuro, il destino, l’amore, le ingiustizie, le controversie, il dolore, la perdita ecc. In esso sono ben dosate le rappresentazioni del mondo grande, lo stato, i grandi destini e temi dell’umanità, e il microcosmo familiare dei sentimenti più intimi e segreti.
In questo senso per me, è il testo più moderno, più urgente, e come tale mi sprona più di ogni altro alla sua rappresentazione, anche in veste registica. Il mio impegno è quello di proporre al pubblico contemporaneo uno spettacolo contemporaneo. Non con l’intento di mediare, sovrapporre o, nella migliore delle ipotesi, aggiungere alla miriade di interpretazioni che dal 1601 ad oggi sono state fatte; sarebbe un esercizio di stile fine a se stesso e soprattutto assolutamente vano per il pubblico nuovo, al quale ci rivolgiamo in maniera particolare.
Elemento nodale, è ovviamente il testo: traduzione e adattamento. Leggermente tagliato (durerebbe altrimenti più di quattro ore) ma fedele, non alterato, e con una traduzione atta a esaltarne tutte le possibilità poetiche, ma in una prosa semplice, scorrevole, di facile comprensione, e con una messa in scena e una recitazione che si propongono di essere vicine al nostro mondo,senza simbolismi e sovrastrutture che si frappongano fra i 14 attori sul palcoscenico ed il pubblico.
Daniele Pecci
prima stampa martedì 18 ottobre ore 21
repliche fino al 30 ottobre
Compagnia Molière DANIELE PECCI
MADDALENA CRIPPA
AMLETO
di William Shakespeare
con Rosario Coppolino
e con Giuseppe Antignati Sergio BasileMario Pietramala Marco Imparato
Vito Favata Maurizio Di Carmine
Mariachiara Di Mitri Pierpaolo de Mejo
Domenico Macrì Andrea Avanziuno spettacolo curato da Daniele Pecci
costumi Maurizio Millenotti
disegno luci Mirko Oteri
musiche originali Patrizio Maria D'Artista
Vito Favata Maurizio Di Carmine
Mariachiara Di Mitri Pierpaolo de Mejo
Domenico Macrì Andrea Avanziuno spettacolo curato da Daniele Pecci
costumi Maurizio Millenotti
disegno luci Mirko Oteri
musiche originali Patrizio Maria D'Artista
costumi Maurizio Millenotti Elena Del Guerra
regia DANIELE PECCI
ORARI SPETTACOLI
da martedì a sabato ore 21
domenica ore 17
giovedì 20e mercoledì 26ottobre ore 17
sabato 29ottobre ore 17e ore 21
INFO
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