“Mecenatismo e innovazione per sostenere la musica"
Il mecenatismo è ancora una strategia valida, a patto che si basi sull’innovazione e ripaghi dell'investimento. È quanto emerso dalla tavola rotonda "Finanziare la Musica", organizzata all'interno di Cremona Musica International Exhibitions e alla quale hanno partecipato Maurizio Baglini, Fortunato Ortombina, Florence Alibert, Pierre Perrenoud e Lidia Carrion con la conduzione di Roberto Prosseda.
Nel corso dell’incontro si è tornati a parlare di uno dei tasti più dolenti e delicati del mondo culturale italiano: il reperimento di fondi, divenuto ancora più complicato dopo i numerosi tagli sui finanziamenti pubblici e privati nell'ultimo decennio di crisi economica.
PROPOSTE UNICHE. «I progetti che proponiamo a possibili finanziatori – ha detto Baglini, musicista e consulente artistico del Teatro Verdi di Pordenone – devono far breccia in un mondo che è di certo minoranza dal punto di vista quantitativo. Per questo ritengo fondamentale l'unicità delle proposte, mentre è chiaro che il patto di fiducia fra finanziatore e proponente del progetto deve portare un utile».
Una filosofia condivisa da Pierre Perrenoud, co-fondatore di iClassical Accademy, l’innovativa piattaforma web che permette a qualsiasi musicista di frequentare masterclass e lezioni a distanza con i migliori insegnanti al mondo. Il tutto è reso possibile grazie a un progetto multimediale online strutturato e capace di riprodurre la tipica interazione fra insegnante e docente. «Abbiamo dovuto attendere fino a oggi perché iClassical Accademy ha richiesto lo sviluppo di una tecnologia molto avanzata – ha raccontato Perrenoud –. Abbiamo abbracciato con convinzione questo progetto perché pensiamo che possa durare e offrire un ritorno economico in grado di garantire la prosecuzione del progetto stesso. Per questo crediamo sia importante investire in pubblicità e marketing».
ANDARE INCONTRO AL PUBBLICO. Propositivo – nonostante le fosche previsioni per l’immediato futuro – il parere del direttore artistico del teatro La Fecnice, Ortombina: «Da dopo la crisi, quello del finanziamento alla musica è un argomento sempre più all'ordine del giorno. Io credo che ci aspettino tempi forse anche peggiori di quelli che abbiamo vissuto fin qui. Quello che non deve mancare, però, è la reazione alla temperie. La risposta sta nel rinnovamento e nel tentativo di andare sempre incontro al pubblico. Non dimentichiamo che esistiamo per rendere accessibile all'umanità un bene creato dall'umanità».
Particolarmente significativa l’avventura testimoniata da Florence Alibert, direttore generale del Palazzetto Bru Zane di Venezia. Il “Centre de musique romantique française”, nato nel 2009, ha scelto come propria vocazione la riscoperta del patrimonio musicale francese del grande Ottocento (1780-1920), impegnandosi in una serie di attività che vanno dalla ricerca ed editoria, alla programmazione e diffusione internazionale di concerti, fino sostegno alla registrazione discografica.
Più analitico l’intervento di Lidia Carrion, direttore generale di Swiss Luxury Culture Management, che ha sottolineato come il pragmatismo sia funzionale alla ricerca di fondi anche in ambito musicale. «Esistono tre settori da prendere in considerazione – ha spiegato –: il finanziamento dell’attività personale, il finanziamento dell’attività progettuale, il finanziamento legato a istituzioni, gruppi e associazioni. Ciascuno dei tre richiede approcci differenti. Proprio per pragmatismo, in ognuno di questi occorre lasciare da parte le illusioni».
Anche una delegazione cinese in visita a Cremona Musica International Exhibitions
Cremona, capitale mondiale della liuteria, allarga il proprio orizzonte verso la Cina: nella giornata inaugurale di Cremona Musica International Exhibitions – la manifestazione numero 1 al mondo per gli strumenti musicali professionali, in scena a CremonaFiere fino al 2 ottobre – anche una delegazione proveniente dal Paese del Dragone ha incontrato il presidente di CremonaFiere Antonio Piva e il direttore Massimo Bianchedi per gettare le basi di ulteriori rapporti di respiro internazionale. Il fascino eterno della tradizione liutaria che fa riferimento ai nomi di Stradivari, Amati e Guarneri del Gesù attira l'interesse non solo dei buyes cinesi, ma anche degli operatori professionali.
“Cremona è un luogo magnifico: essere qui è per noi una grande emozione – ha dichiarato il vice presidente esecutivo della CMIA – China Musical Instrument Association, Zeng Zemin –. Con la sua straordinaria storia musicale, Cremona è per noi un importantissimo punto di riferimento sia per il sistema educativo che ruota attorno agli strumenti musicali sia per l'eccezionale artigianalità liutaria che rende il 'brand Cremona' unico al mondo. E la fiera di Cremona è uno degli attori con i quali intendiamo dialogare per la sua riconosciuta capacità di attrarre un pubblico internazionale intorno agli strumenti musicali di alta gamma”.
Tra i partecipanti all'incontro anche Li Shu, titolare della Jiangsu Fengling Musical Instruments, music factory che conta circa 30mila dipendenti, che ha sottolineato: “Gli strumenti cremonesi sono i più famosi al mondo e siamo onorati di poterli ammirare e toccare con mano. La nostra visita è anche l'occasione per approfondire i contatti con i liutai eredi di quel patrimonio culturale dell'umanità che Unesco ha ufficialmente riconosciuto, rendendoli ancor più noti anche in Cina".
Il presidente di CremonaFiere Antonio Piva, che ha accolto la delegazione cinese, ha affermato: “Siamo stati molte volte in Cina per promuovere il mercato degli strumenti musicali d'alto artigianato, perciò è ora un onore ricevervi neIla nostra città. La vostra presenza qui è preludio all'opportunità per Cremona di stringere nuovi legami e approfondire le relazioni già intavolate in passato”.
Internazionalizzazione è la parola chiave dell'attività che CremonaFiere sviluppa nell'intero arco dell'anno per promuovere Cremona Musica International Exhibitions e costruire importanti occasioni di business, anche attraverso una serie di azioni mirate di co-marketing in sinergia con i propri espositori. Proprio in quest'ottica in tempi recenti si sono moltiplicate le missioni d'affari e le visite di rappresentanza in quei Paesi che, a livello globale, si dimostrano più attenti e vivaci nei confronti del mercato degli strumenti musicali.
Vicina la legge "salva-pareggiati"
È quasi pronta la legge che renderà possibile il trasferimento allo Stato degli ex istituti musicali pareggiati. La legge dovrebbe non solo dare nuovo impulso all’autonomia dei singoli istituti, ma risolvere anche il nodo del precariato. È quanto anticipato dal senatore Claudio Martini nel corso della tavola rotonda “Qualità, valutazione e insegnamento musicale”, un appuntamento organizzato nell’ambito di Cremona Musica International Exhibitions. «Con la settima Commissione del Senato – ha spiegato Martini – stiamo proseguendo con la preparazione di una legge che permetterà il trasferimento allo Stato degli istituti ex pareggiati. Sappiamo infatti che Comuni e Regioni non hanno più risorse per sostenerli. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha dato il suo assenso all’operazione, a patto che si realizzino un riordino e una razionalizzazione di tutto il sistema della formazione. Su questo stiamo lavorando, cercando di dare anche un impulso all’autonomia delle istituzioni e provando a risolvere situazioni di precariato all’interno di queste strutture. Vogliamo proiettarci in avanti nell’insegnamento, con nuovi investimenti nel campo della ricerca. Spero la legge arrivi in porto presto perché la riforma è attesa da molto tempo».
Nel corso della tavola rotonda è intervenuta anche Helena Maffli, della European Music School Union: «Oggi – ha detto – l’accesso alla musica grazie all’e-learning è divenuto quasi universale, e questa è una buona cosa. Ma non è positivo il fatto che ovunque in Europa si stiano dedicando sempre meno risorse all’insegnamento musicale. Per questo è fondamentale evidenziare il valore di questo tipo di insegnamento, una azione da intraprendere a livello politico». E a proposito dei parametri di garanzia sulla qualità ha aggiunto: «Non credo sia possibile trasferire, così come sono, i criteri di un paese europeo a tutti gli altri».
Stefan Gies, direttore generale dell’Associazione Europea Conservatori, è tornato alle origini del sistema di garanzia di qualità: «Quando questo strumento venne introdotto, io ero scettico e mi sentivo impreparato. Di fatto, però, c’è sempre stata una forma di garanzia di qualità nell’ambiente musicale: in passato si consideravano l’opinione pubblica, il passaparola. Oggi c’è un nuovo sistema, basato su criteri ben definiti. In altre parole ora si fa quello che si faceva in passato, ma in modo più puntuale e preciso: un grande passo avanti».
Focus anche sulle scuole di musica private italiane, il più delle volte il primo ‘porto accogliente’ per i talenti di domani: «Le scuole di musica – ha dichiarato Paolo Ponzecchi, presidente dell’Associazione Italiana Scuole di Musica – rappresentano per molti il primo e più semplice modo per avvicinarsi alla musica, ed è questo aspetto legato alla territorialità uno dei nostri punti di forza vincenti. In termini di valutazione e qualità, non posso dire che ci siano strutture standardizzate nella maggior parte delle nostre scuole, c’è però un controllo diretto da parte dei direttori, responsabili del buon andamento della scuola tramite la scelta di figure qualificate».
In coda alla tavola rotonda l’artistic advisor Ettore Borri ha presentato il volume ‘Qualità e valutazione per i Conservatori di Musica’, una sintesi dei convegni organizzati dal Conservatorio di Milano nel 2014 e 2015. Nei convegni si sono voluti identificare i singoli problemi sulla qualità dell’insegnamento con approfondimenti di alcuni relatori internazionali.