Senza peli sulla lingua, Depardieu fa nomi e cognomi, espone la sua rabbia, ricorda il suo passato, gli amici dei tempi lontani, e quelli di oggi. Più che difendersi, si confessa, e sviscera i suoi pensieri sulla religione - per due anni si è convertito all’Islam - sulla politica, sull’ipocrisia dei media e della politica, sul suo rapporto con Putin, con il cibo e con l’alcool, sulla morte, sui figli, sui suoi amori. Non un’autobiografia quindi, ma piuttosto una sorta di «orazione» per raccontare finalmente e completamente la propria complessa e contraddittoria interiorità. |