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Gianluca Ferraris, "Piombo su Milano" dal 15 settembre in libreria il ritorno di Gabriele Sarfatti

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Nell’inverno milanese, quando la città della Madonnina s’incarognisce ancora di più, un killer sta decimando i rom. La sua allucinata missione in un mondo in cui per lui ci saranno sempre più cattivi che buoni è quella di “truccare un pochino la bilancia”. Per il cecchino sono tutti zingari da far fuori con un solo colpo sparato da un fucile di precisione, come sagome al tiro a segno del luna park. Criminali, imprenditori e politici sono stranamente interessati più che mai all’“emergenza rom”.

Un Natale nero in cui l’imbranato cronista di nera Gabriele Sarfatti torna a vestire i panni di un improbabile Marlowe per la sua nuova inchiesta, muovendosi tra la “Presunta Metropoli” fumando, inciampando e bestemmiando ripensando alla sua amata Genova e al “fottuto odore del mare”.

L'AUTORE
Gianluca Ferraris (1976) è genovese di nascita e milanese di adozione. Lavora come giornalista e questo è il suo sesto libro. Per la collana “Calibro 9” ha pubblicato A Milano nessuno è innocente, primo romanzo della trilogia che ha per protagonista Gabriele Sarfatti.


COLLANA
Calibro 9 - Gialli e noir metropolitani
pp. 321 - € 9,90 - ISBN 978-88-99316-49-5

L’incipit
In inverno, se possibile, Milano diventa ancora più cinica e bastarda. La foschia ti scende addosso di colpo, avanzando con bassi fendenti che s’insinuano fra i calanchi di cemento e ne risalgono lentamente le crepe. È la stagione in cui la gente s’adatta a vivere nella nebbia come sott’acqua, in una sorta di bolla marina riempita di echi che nessuno ascolta, dove i pensieri fluidificano e i desideri cattivi sbocciano per finire a svolazzare sui décolleté di coscienze fragili e devastate dallo stress, o più facilmente da cazzate lette su Whatsapp che scambiano per fattori di stress. È la stagione in cui si muore di più, anche: quasi un milanese su due, dicono le statistiche, taglia lo striscione dell’ultimo chilometro tra novembre e febbraio, chissà perché. Ci sono i suicidi, certo, coi loro cliché di picco la notte di Capodanno e la sera di San Valentino, che tirano su la media generale. Ma ci sono pure i morti ammazzati.

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