Il ventenne Andrea Tortolano di Roma (scheda di autopresentazione) è stato fra i dodici finalisti del 59° Festival di Castrocaro: nell'intervista rilasciata a Fattitaliani parla dell'esperienza appena conclusa, di altri contest cui ha preso parte, della sua concezione della musica e dei prossimi progetti.
Il percorso che ti ha portato alla finale di Castrocaro è fatto più di fatiche o soddisfazioni?
È stata sicuramente un'esperienza importante e fondamentale, mi ha fatto capire meccanismi complessi che non sono così scontati. Ho vissuto e assaporato il calore della gente cantando su un palco così grande, affiancato da musicisti di livello, come il maestro Stefano Palatresi.
Oggi ci sono tanti contest musicali: Castrocaro è uno dei primi, è così anche per te?
No, Castrocaro non è stato per me uno dei primi contest anzi, Le cito i più importanti concorsi che mi hanno aiutato a farmi conoscere ed apprezzare: ad aprile 2015 ho partecipato al Festival “Della Rotta del Talento” organizzato dall’Associazione “Vita Volontari per Vocazione” ottenendo il primo posto e a maggio dello stesso anno mi classifico Primo all’ottavo “Concorso canoro interpreti musica leggera italiana" nella città di Cosenza dove ho l’onore di duettare con Omar Pedrini (storico leader dei Timoria). Castrocaro ha rappresentato per me un'ulteriore crescita e visibilità.
Meglio la piazza o il talent show?
Indubbiamente il calore del pubblico e quindi la piazza.
Attualmente si parla tanto di nuovi nomi che sembrano destinati a finire presto nel dimenticatoio e che sembrano rappresentare un "prodotto" passeggero. Che ne pensi?
La musica è arte e va rispettata e valorizzata con lo studio. Oggi purtroppo la musica viene considerata un prodotto come tanti da vendere e commercializzare. Beethoven diceva “che la musica è una rivelazione più profonda di ogni saggezza e filosofia”.
Nella melodia senza nessun dubbio, il brano in sè è una pura e piacevole immaginazione.
Com'è nato?
È nato semplicemente dall’incontro con Laura Di Giorgio giovane autrice, che già in passato ha scritto per me un altro inedito “Il Segreto” che ha ottenuto l’anno scorso un ottimo riscontro dal pubblico. In questa occasione Laura ha voluto scrivermi un brano intenso e adatto per questa esperienza. Credo ci sia riuscita abbastanza in quanto è stato molto apprezzato da Mara Maionchi.
Di che tratta?
Descrive le sensazioni che si creano in un rapporto tanto profondo quanto carnale, accentuando il continuo contrasto fra passione e tormento.
Un brano della storia musicale italiana che ami di più in assoluto?
“Impressioni di Settembre” della PFM perché è l’emblema in assoluto di un periodo nel quale il rock italiano raggiunse il proprio apice e venne apprezzato anche all’estero. Inoltre personalmente molti dei miei obiettivi più importanti li ho raggiunti cantando proprio questa canzone.
Affinché una canzone oggigiorno diventi un tormentone di quali elementi necessita?
Un brano ha bisogno di molte cose: innanzitutto di un testo che racconti una storia, di una buona melodia e di un’ottima interpretazione.
Le origini della propria terra quanto incidono su un artista secondo la tua esperienza personale?
Le origini sono sempre fondamentali in ognuno di noi perché sono proprio quelle che ci fanno ricordare chi siamo e da dove siamo partiti.
Dopo Castrocaro uscirà il mio primo CD e continuerò a studiare e a scrivere testi per le mie canzoni. Posso ritenermi soddisfatto del risultato raggiunto a Castrocaro indipendentemente dal posto raggiunto, perché ottenere i complimenti da una grande come Mara Maionchi è stato come vincere. Giovanni Zambito.