La 59/a edizione del festival di Castrocaro, dedicato alle voci nuove, si è conclusa in diretta su Rai1 e Radio2 sabato scorso. I 12 finalisti sono stati giudicati da Claudio Lippi, Mara Maionchi e Valerio Scanu. Hanno interpretato dal vivo cover di pezzi famosi e brani inediti, scritti per loro da giovani autori. In particolare, come pezzo inedito più radiofonico è stato premiato "Quanto costa la felicità" di Rosa Chiodo (scheda di autopresentazione), intervistata da Fattitaliani.
Il percorso che ti ha portato alla finale di Castrocaro è fatto più di fatiche o soddisfazioni?
Nella mia vita non ho mai avuto soddisfazioni senza lavorare duramente. Avere una soddisfazione sudando e lottando rende tutto più bello e significativo. Credo molto nel lavoro.
Oggi ci sono tanti contest musicali: Castrocaro è uno dei primi. Rappresenta qualcosa di particolare per te?
Castrocaro esiste da ben 59 anni, è una manifestazione che per chi canta è un contesto prestigioso. Ha sempre avuto un fascino particolare perché premia e ricerca Voci nuove. È un palcoscenico importante per addetti ai lavori. Nelle numerose selezioni i concorrenti si esibiscono solo su Cover proprio per evidenziare le capacità interpretative e vocali. Anche nella serata finale si passa alla fase successiva misurandosi su Cover, proprio perché la natura di Castrocaro rimane quella del Festival delle voci nuove. Per me che sono una cantate arrivare in finale e vincere il premio "Miglior brano radiofonico" rappresenta il massimo.
Meglio la piazza o il talent show?
Per me senza dubbio Piazza, Pubblico che ti ascolta e che senti mentre canti. Io amo cantare, non ho mai aspirato a partecipare ad un talent, adoro capire se sto cantando bene o male attraverso il consenso e l'attenzione delle persone che mi ascoltano .
Attualmente si parla tanto di nuovi nomi che sembrano destinati a finire presto nel dimenticatoio e che sembrano rappresentare un "prodotto" passeggero. Che ne pensi?
Negli ultimi anni la musica è indubbiamente cambiata, l'industria discografica è stata messa in ginocchio nessuno acquista più CD. Per un periodo si è pensato che la televisione potesse aiutare il mercato con i Talent creando personaggi famosi. Ma purtroppo si consuma tutto ed anche tanti bravi cantanti hanno avuto la notorietà di una stagione. Credo che la popolarità senza un progetto e tanto ma tanto lavoro non è sufficiente.
Quanto ti somiglia il brano inedito portato a Castrocaro?
Io sono un'interprete quando decido di cantare un brano edito o inedito lo faccio solo se lo sento mio nei contenuti e nella melodia. Anche se non mi somiglia. L'importante è che mi emozioni fortemente.
Com'è nato? Di che tratta?
Quando Ario De Pompeis mi ha fatto ascoltare questo brano "Quanto costa la felicità" l'ho sentito subito mio: rincorrere la felicità a tutti i costi per amore e qualunque costo è qualcosa che ognuno di noi vuole e sogna nella propria vita e questa canzone descrive benissimo gli Stati d'animo di chi ama veramente senza se e senza ma.
Un nome della storia musicale italiana che ami di più in assoluto?
Sono molto legata al repertorio di Mia Martini. Infatti per me vincere due anni fa il Premio a Lei intitolato è stato non solo un grande onore ma anche sentirmi ancora più legata alle sue canzoni. Ripeto, come interprete amo tutte le canzoni che sanno emozionarmi e quelle di Mia Martini e di Fiorella Mannoia sono fra le mie preferite. Io a casa ho un vecchio Karaoke e con la cuffia passo il mio tempo libero a cantare la mia playlist è piena di canzoni ed ognuna appartiene ad uno mio stato d'animo. Per dirla alla Baglioni "tanti Poster che vado a sfogliare di tanto in tanto".
Affinché una canzone oggigiorno diventi un tormentone di quali elementi necessita?
Senza dubbio Testo-Melodia-Voce: il tutto sostenuto da un progetto. Quindi oggi è molto difficile che una canzone diventi un vero e proprio tormentone anche perché come dicevo prima ci sono troppi canali di ascolto. A volte incide anche il caso ma io come credo nel lavoro.
Le origini della propria terra quanto incidono su un artista secondo la tua esperienza personale?
Tantissimo io sono fortunata ad essere nata a Napoli la patria della canzone popolare. Un tempo - e ancora adesso lo è - la canzone napoletana rappresentava l'Italia nel mondo. Ascoltare i grandi della musica napoletana di un tempo come Caruso o Gilda Mignonette e crescere a pane e Pino Daniele per me è stato fondamentale per far crescere la mia passione per il canto. Sono stata fortunata a nascere in paese dove tutto è musicale soprattutto il dialetto, la lingua napoletana ha una sua musicalità. A Napoli tutti cantano anche se non sono intonati.
Dopo Castrocaro...?
Tanti sogni nel cassetto ma ben salda con i piedi per terra. Pertanto ti dico lavoro, lavoro ma tanto lavoro e sono certa che le soddisfazioni arriveranno. Giovanni Zambito.
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