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Ciociaria, SCEMPIO DI ALBERI A CASALVIERI E SORA

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È vero, noi parliamo di Ciociaria e dei suoi mali ma in realtà sono i mali dell’Italia intiera: rappresentati e governati/amministrati da gente di regola senza arte né parte, che ha saputo soggiogare  e pervertire gli elettori, che dovunque mette  le mani semina distruzione e disastri: grandi parlatori,  forbiti vocalizzatori, un’altra capacità che accomuna questi avventurieri che hanno capito dove è facile arrivare senza impegno alcuno professionale, con la complicità vera e propria di quelli che vendono o regalano il proprio suffragio, dove c’è da mungere impunemente:  si è mai sentito parlare di un politico  eletto in questa terra di Ciociaria, che abbia compiuto o fatto o lasciato qualcosa per cui la gente sia loro grata e riconoscente?
Un’opera che susciti gratificazione e approvazione e elogio? Una immagine morale e professionale che risvegli ammirazione e rispetto? Zero totale: la loro presenza è servita e serve esclusivamente al continuo deperimento dell’ambiente e del paesaggio, alla cementificazione farneticante, ancora peggio alla diseducazione anzi depravazione e distorsione degli animi e delle menti.
L’altro giorno all’ingresso di Casalvieri, a destra della via venendo da Ponte Melfa/Settignano, sono rimasto allibito al seguente spettacolo: davanti ad una casa, da un lato si levava un mucchio di legna ben tagliato a pezzi pronta per il camino, dall’altro lato una catasta enorme di rami  non ancora trattati,  al centro i resti di una quercia solenne gigantesca di almeno 3 metri/3 metri e cinquanta di circonferenza, il cui tronco rivolto verso la strada sembrava implorare pietà per la sofferenza e l’atrocità di cui era stato fatto segno! Che i bipedi si ammazzino e imperversino tra di loro sono una atavica attività e passatempo secolare, da sempre, ancora oggi, ma che debbano infuriare e infierire su animali e piante inermi e indifesi è il sommo della ferocia e della viltà: tra l’altro si dimentica o si ignora, come scienziati e filosofi da sempre documentano, che tutti gli esseri del pianeta originano da una medesima materia e che  tutti soffrono, piangono o godono alla stessa maniera. Van Gogh, che non è certamente l’ultimo arrivato, in una lettera al fratello scriveva che “...negli alberi vedo espressività ed anima.” Per non ricordare San Francesco d’Assisi  che nemmeno lui era l’ultimo, quando parlava di ‘frate cane, di sorella luna….’!  
E a Casalvieri si abbattono querce monumentali senza che nessuno veda o batta ciglio! Tra l’altro in spregio della Legge, impunemente dunque! Il Sindaco non vede, i vigili idem, le forze dell’ordine occupate in altro: i cosiddetti cittadini, in realtà sudditi, forse elettori, sono come le scimmie siciliane, volutamente o non. Terribile che la Giustizia nemmeno veda e non sanzioni e punisca esemplarmente questi dis-amministratori che purtroppo si registrano in altri luoghi del territorio, come abbiamo ricordato ultimamente illustrando un analogo episodio ancora peggiore, a Sora, anche esso impunito e passato sotto silenzio, dal vecchio sindaco e dal nuovo. Ma a Sora  si gode un altro spettacolo che pure fa vergognare di guardarci in volto. Passando davanti al bellissimo parco  a Piazza Francesco Savona delimitato dagli antichi platani ancora conservati, si può notare uno stato di fatto che lasciamo al lettore valutare e giudicare: il parco, dedicato al primo sindaco di Sora, in uno dei due lati lunghi è delimitato da una inferriata realizzata ad un metro-due metri dal filare di platani che si prolunga su tutto il marciapiedi, l’altro lato lungo invece mostra e illustra una situazione che peggiore non si può immaginare: le inferriate sono state messe in opera in modo tale che, col tempo, si sono conficcate nelle piante, sfregiandole e deturpandole: i platani stanno sviluppandosi con le inferriate penetrate lungo una parte del tronco!  Uno spettacolo che solamente in una società di barbari e di trogloditi ci si sarebbe potuto aspettare: è la mentalità ancora così diffusa e convissuta secondo la quale animali e piante non sono degni di alcuna attenzione e riguardo, quindi possono essere fatti segno e oggetto anche della massima ferocia e perversione, vale a dire di quella ferocia e perversione di cui noi uomini nel corso della storia siamo stati, e siamo tutt’ora,  maestri spietati nei nostri reciproci rapporti: con la differenza che piante e animali sono inermi e indifesi e non conoscono ferocia e perversione e torture, come quelle  cui sono stati sottoposti i platani di Sora. Non ci si deve sorprendere che l’ufficio tecnico comunale o il vigile urbano nulla vedano e parimenti il professionista che ha collaudato il parco a suo tempo: deve spaventare invece la realtà che i cittadini che affollano il bel parco ogni giorno non abbiano visto e notato nulla in questi anni, vista la situazione presente! 
Michele Santulli

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