Nicola Pepe racconta come è effettivamente cambiata la sua vita dopo la vittoria di Hell's Kitchen, il suo disappunto verso il mondo del food televisivo e muove un'arringa molto serrata nei confronti di un "collega".
Nicola in cosa è cambiata la tua vita dopo Hell's Kitchen?
Scopriamo quale è la tua vera concezione di cucina.
Quando hai maturato questa concezione?
Quale dovrebbe essere secondo te il prototipo di uno chef?
Non posso dirvi un prototipo preciso di uno chef, ma vi posso dire che una grande guida morale e spirituale me l'ha data Anthony Bourdain, un grande cuoco gastronomo che ha capito il senso del cibo e della cucina, parlando di essa come se fosse una persona fisica anzi una moglie, passando tra sentimenti amorosi e odiosi, sensuali e divertenti. Questa per me è la gastronomia e il mondo della cucina.
Oggi va molto di moda il food in televisione e tanti tuoi colleghi sono anche diventati personaggi pubblici più che mantenere una loro identità professionale. Cosa ne pensi di questo fenomeno?
Questo per me rappresenta un fenomeno da barracone, e lo incarna perfettamente Simone Rugiati, al quale l'ultimo degli appellativi che gli darei è proprio quello di "chef". Lui è un personaggio televisivo distante anni luce dalla cucina e si permette di infangare il mondo culinario.
Per quale motivo dici questo?
Gli chef in tv dovrebbero essere un faro per la cucina perché tutti guardano la televisione, quindi non si dovrebbe mai sbagliare o dare linee guida errate al pubblico. Lui invece lo fa!