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Papa Francesco incontra Virginia Raggi. Il sindaco di Roma: colpita da sua umanità. L'intervista

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Papa Francesco ha ricevuto oggi in Vaticano il nuovo sindaco di Roma Virginia Raggi. Sull’incontro ascoltiamo il primo cittadino della capitale al microfono di Luca Collodi

R. - È andato molto bene, è stato molto emozionante. Era chiaramente la prima volta che incontravo il Santo Padre. Ho scoperto una persona veramente molto umana; sono rimasta profondamente colpita.
D. – Per lei, in quanto politico, quanto è importante il riscatto morale e spirituale di Roma?
R. - È importante ancora di più dopo tutti i tragici e spregevoli eventi che vanno sotto il nome di “Mafia Capitale” ma che in realtà poi coinvolgono tanti anni di cattiva politica. È necessario che i romani, le persone, i cittadini, capiscano che c’è qualcosa che va aldilà del proprio bene: il bene comune, l’interesse generale; è qualcosa che supera il particolarismo e l’egoismo. Credo che noi abbiamo il dovere di riportare questi valori  di comunità all’interno di un’amministrazione e di tutte le istituzioni.
D. – Come vede il ruolo della Chiesa nella società romana?
R. – La Chiesa ha sicuramente un ruolo importantissimo in tutta Italia, ma a Roma in particolare, anche perché è “di casa”; siamo vicini, ci guardiamo da un lato all’altro del Tevere! Devo dire che ho apprezzato molto le parole dell’Enciclica Laudato si’, mi sembrano estremamente attuali e moderne; parlano di cambiamenti climatici, di urbanistica come, talvolta, di uno scempio al paesaggio quando viene fatta senza rispettare le regole, dello spirito di comunità, delle persone più fragili. Devo dire che in quell’Enciclica c’è molto della società romana di oggi.
D. - Un’Enciclica che guarda all’ambiente, in particolare, e qui entriamo subito nella vita pratica di una grande metropoli come Roma. C’è ad esempio tutto il tema, ad esempio, dei rifiuti …
R. - Sì, è un tema tra l’altro che stiamo attenzionando in maniera particolare. In questi giorni sono in linea diretta con il presidente Fortini, perché ritengo fondamentale uscire da questa fase di pre-emergenza o quasi emergenza che a mio avviso è stata originata come conseguenza di una cattiva politica e di una cattiva programmazione. Quindi adesso è fondamentale uscire da questo stato di emergenza o di pre-emergenza e ricominciare a programmare in maniera ordinata con una visione del ciclo dei rifiuti che si inserisca all’interno di un disegno di economia circolare che, tra l’altro, anche la stesa Enciclica riprende; parla proprio di economia circolare, quindi di un’economia che non si fonda più sul consumo e sullo scarto, ma sulla possibilità dei beni, degli oggetti, delle cose di essere comunque riassorbiti all’interno di un ciclo produttivo e quindi di rientrare in circolo, magari con una forma diversa.
D. - C’è secondo lei una Roma dimenticata oggi? Parlo del contrasto alla povertà, dell’accoglienza degli immigrati. Si può parlare di Roma dimenticata?
R. - Purtroppo sì, perché effettivamente le persone più fragili hanno bisogno di più attenzioni e queste maggiori attenzioni, di fatto, da parte delle istituzioni comportano una maggiore attenzione anche da un punto di vista economico. E allora quando gli immigrati vengono sfruttati, come è stato il caso di “Mafia Capitale”, e se questo - è evidente - diventa un business per fare soldi e non per aiutare le persone c’è un problema. Noi dobbiamo utilizzare i soldi per fare qualcosa, non dobbiamo utilizzare le persone per fare soldi. Dobbiamo cambiare il paradigma.
D. - Il tema della famiglia. In passato si è discusso molto ad esempio sugli asili nido. Ci sarà un fattore famiglia nella sua gestione di Roma?
R. - Ci sarà un’attenzione ai servizi che da sempre - purtroppo - scontano le politiche dei tagli, perché fino ad oggi invece di tagliare gli sprechi si andava a tagliare i servizi. Lo sappiamo che poi gli sprechi servono a mantenere i privilegi, no? E allora dobbiamo cercare di dirottare tutti i soldi, che fino ad oggi sono andati in sprechi, sui servizi, quindi aumentare l’offerta.
D. - Un’ultima riflessione sulle Olimpiadi. La giunta farà un’ulteriore riflessione per una decisione condivisa?
R. – Se i romani, che fino ad oggi in campagna elettorale non mi hanno mai parlato di Olimpiadi, mi dovessero chiedere un referendum lo valuteremo, ovviamente però esponendo tutti i pro e i contro, esponendo bene i costi e ricordando che proprio l’anno scorso nel 2015 noi abbiamo finito di pagare la rata annuale da 92 milioni di euro dei Mondiali di Italia ’90. Fatevi i conti e capite quanto questi eventi pesano sulle spalle dei cittadini. Questo è fondamentale. Nessuno vuole portare Roma a livelli non competitivi con le altre città europee, ci mancherebbe altro, ma in questo momento nel quale abbiamo un debito di 13 miliardi di euro solo sulla gestione straordinaria, credo che chiedere ai cittadini di indebitarsi per almeno altri 20, 30, 40 anni, non sia etico, non sia giusto.  Luca Collodi, Radio Vaticana, Radiogiornale del 1° luglio 2016.
Qui sotto il link per ascoltare l'intervista integrale

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